La distruzione di Alba - versione latino Navigare

La distruzione di Alba versione latino Livio e traduzione

Praemissi sunt lbani equites qui multitudinem traducerent Romam. Legiones deinde ductae sunt ad diruendam urbem....

Furono mandati avanti i cavalieri albani per portare (relativa con valore finale) la folla a Roma. Le legioni furono condotte poi a distruggere la città.

Quando esse entrarono attraverso le porte, non ci fu affatto timore ma un silenzio triste e una tacita tristezza colpì gli animi di tutti. Ma quando già si levava il clamore dei cavalieri, si udiva il fragore dei tetti che erano distrutte nelle estreme parti della città e la polvere levatasi da luoghi lontani come nubi aveva riempito tutto.

Abbandonati i Lari e i Penati [sono le divinità domestiche e degli avi] e le case nelle quali erano nati e erano stati educati, gli Albani uscivano tutti. Già la schiera ininterrotta di coloro che migravano aveva riempito le vie, e lo spettacolo degli altri rinnovava le lacrime con reciproca compassione, e si udivano anche voci lamentose, particolarmente delle donne, mentre passavano davanti ai sacri templi e abbandonavano gli dei.

Usciti gli Albani dalla città, l’esercito romano da ogni parte rade al suolo tutti gli edifici privati e pubbilci. Roma nel frattempo cresce sulle rovine di Alba.

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