Ercole e la nave degli argonauti - Versione latino
Ercole e la nave degli argonauti versione latino
Antiquitus fama erat in Colchide aureum vellus esse et a pervigili dracone custodiri....
Era fama antica che nella Colchide vi fosse un vello d'oro e che fosse custodito da un attento drago.
Avendo deciso di rapire questo vello Giasone, il più forte degli eroi greci, aggiunse alla sua alleanza Eracle, Tifone, Linceo, Teseo, Orfeo, costruì tre navi che aveva preso dal monte Pelio e partì per la colchide. Tifi reggeva il comando della nave, Linceo guardava con attentissimi occhi gli scogli, Orfeo levava le noie della navigazione con il canto.
Ercole invece ritardava un poco il corso poiché per il peso del corpo opprimeva la nave e non riempiva mai con abbastanza cibo il suo grande stomaco. Dicono che Ercole, abbia bevuto tutta l'acqua che era conservata nelle giare, e che abbia mandato Ila, giovane a lui caro, in terra per riempire le anfore dalla vicina fonte.
Non ritornando questo, narrano che Ercole stesso sia sceso in terra e che così i suoi compagni si siano liberati dal molesto peso. Infatti quelli velocemente portarono in alto la nave e lo lasciarono sulla spiaggia.
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