I Galli sconfiggono i Romani con l'inganno

Sabinus, Romanorum dux, cum tribunis militum ad Ambiorigem accedit atque iubet arma abicere....

Sabino, un comandate dei Romani, si avvicina ad Ambiorige con i tribuni dei soldati, ed ordina di gettare le armi. Il Gallo esegue il comando ed ordina ai suoi di fare la stessa cosa. Poi arrivati a consulto con le parole, discute molto con il Romano e lo raggira:

nel frattempo, infatti Sabino, poco a poco, viene accerchiato, e, subito viene ucciso. Allora i rimanenti Galli gridano la vittoria, e innalzano un ululato, ed improvvisamente aggrediscono i nostri e li mettono in disordine.

L. Cotta, un uomo coraggioso e pieno di senno, combatte valorosamente, ma alla fine viene ucciso con una grande abbondanza dei nostri. I rimanenti si rifugiano nell’accampamento. L. Petrosidio, un aquilifero, poiché viene pressato da alcuni avversari, scaglia l’aquila al di là della trincea, poi combatte con ardore di fronte all’accampamento, e viene ucciso. I nostri difendono il loro accampamento fino a sera con grande ardimento, tuttavia di notte, tutti a uno a uno si uccidono.

Solo pochi si sottraggono al combattimento e per una pericolosa via attraverso i boschi giungono dal legato T. Labieno nei quartieri invernali. Qui narrano a Labieno, con poche ma con chiare parole, l'inganno dei Galli

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