Il giudizio di Paride - VERSIONE latino LITTERA LITTERAE e Cotidie

Il giudizio di Paride versione latino e traduzione da vari libri di testo scolastico
versione dal libro littera litterae 1A

Ad Pelei Thetidisque nuptias ab Iove omnes dii convocati sunt praeter Discordiam. At ea postea supervenit et malum (UNA MELA) iecit in medium ab ianua, dicens (dicendo): "Id attollat, quae pulcherrima est" (colei che è la più bella).

Venus, Iuno et Minerva tum formam sibi vindicare inceperunt et inter eas gravis discordia fuit: tunc Iuppiter imperavit Mercurio ut (che) eas duceret in Idam montem ad Alexandrum Paridem ut is iudicaret.

Ab omnibus deabus pretiosum donum Paridi promissum est, at Venus in coniugium ei promisit Helenam, formosam filiam Tyndarei, Lacedaemonis regis.

Paris igitur hoc (questo. riferito a donum) donum anteposuit et Venerem pulcherrimam (la più bella) iudicavit. Itaque Iuno et Minerva Troianis semper hostiles fuerunt.

Versione da Cotidie discere vol. 1 numero 137 pagina 226

Cum Thetis Peleo nuberet, dicitur Iuppiter ad epulum omnes deois convocavisse, praeter Discordiam....

Tutti gli dei furono convocati da giove alle nozze di Peleo e Teti tranne la dea Discordia.

A essa dopo sopraggiunse e gettò dalla porta una mela in mezzo ai presenti dicendo : "prenda questa, quella che è la più bella" venere, Giove e Minerva incominciarono ad attribuire asè stesse la bellezza e fra di loro grande fu la lite: allora Giove comandò a Mercurio di condurle sul monte Ida da Alessandro Paride affinché esprimesse un giudizio.

Da tutte le dee un prezioso dono fu promesso a Paride, ma Venere gli promise in matrimonio Elena, splendida figlia di Tindaro, re degli spartani.

paride scelse allora questo dono e giudicò Venere la più bella. Pertanto Giunone e Minerva furono sempre ostili ai Troiani.

Versione da Cotidie discere vol. 1 numero 137 pagina 226

Quando Tet sposò Peleo, si narra che Giove abbia convocato al banchetto tutti gli dei eccetto la (dea) Discordia.

Quella essendo giunta dopo e non essendo ammessa al pranzo, dalla porta gettà un pomo d'oro sulla mensa, nel quale era scritto: Alla dea più bella. Subito ci fu una grande contesa tra Giunone, Minerva e Venere: infatti ognuna di loro affermava di doversi aggiudicare la mela. Allora Giove, non potendo conciliare le dee irate, mandò quelle con Mercurio sul monte Aida dal pastore, di nome Paride, affinché giudicasse in bellezza quelle.

A quello Giunone promise che avrebbe regnato su tutte le terre, Minerva se la considerasse la vincitrice, lo avrebbe reso il più forte tra i mortali, Venere gli avrebbe dato in sposa Elena la più bella tra tutte le donne.

Paride antepose questo dono ai precedenti, e giudicò la più bella Venere. Per tale ragione in seguito Minerva fu ostile ai troiani. Paride tuttavia, spinto da Venere, condusse Elena da Sparta dall'ospite Menelao e la sposò.

Ancora da altro libro di testo scolastico

Alexander in agris laborabat. Ubi deae in terram descendunt, formas divinas magnopere timet et in silvas finitimas currit....

Alessandro lavorava nei campi. Quando discendono in terra le dee, teme grandemente le apparizioni divine e corre nei boschi vicini.

Le dee chiamano Alessandro dai boschi e raccontano la favola della mela d’oro. “Giove - dicono - ordina che Alessandro scelga una dea e le dia la mela d’oro: sarai arbitro delle dee e il tuo giudizio sarà per sempre noto”. Quindi la gioia smuove l’animo di Alessandro: “Per il mio giudizio - disse - sarò per sempre ricordato”. Così le dee sollecitano l’animo di Alessandro con queste promesse.

Giunone promette la potenza, Minerva la sapienza ma Venere promette una bella sposa. “ Elena - disse - sarà tua moglie; la bella Elena che anche i grandi dei amano”. Con la sua promessa Venere riportò la vittoria, infatti Alessandro non amava né la potenza né la sapienza. Nell’animo vedeva sempre la bella Elena: stabilì di avere una sposa tanto famosa.

Così con grande gioia Venere portò la mela d’oro sull’Olimpo. Giunone e Minerva erano arrabbiae e dopo questo avvenimento aiutavano sempre i Greci durante la guerra di Trioia. Il giudizio di Alessandro (dunque) era la causa dei molti pericoli dei Troiani.

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