Il mito di Icario ed Erigone (II Parte)
Icario erat filia nomine Erigone. Puella, postquam patrem diu expectaverat, eumrevertentem non videns, anxia erat...Dii commoti pietatis exemplo IcariumErigonemque in Arcturum et Virginem sidera, Moeram in Canem sidus verterunt.
Icario aveva una figlia di nome Erigone. La fanciulla, dopo che aveva atteso il padre a lungo, vedendo che lui non tornava, era angosciata.
Sul far della sera le apparve improvvisamente l'ombra del padre, che le rivelò la sua morte nel bosco, le chiese con molte lacrime sepoltura. Erigone, che amava molto suo padre, si affrettò nella selva con la cagnolina Moera, dove iniziò a cercare il corpo di Icario.
La cagnolina la aiutava con la finezza dell'olfatto e, mentre esplorava tra gli arbusti, trovò il corpo del padrone. la fanciulla dopo che aveva sepolto il padre ed aveva pianto a lungo sul suo sepolcro, per l'enorme disperazione s'impiccò ad un albero.
Allora Moera giacque sotto l'albero e morì di fame. Gli dèi commossi dall'esempio di pietà trasformarono Icario ed Erigone in Arturo e la fanciulla nella costellazione della Vergine, Moera nella costellazione del cane.
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