Il tiranno
Tyrannus in oppidum intrat statimque imperio improbo incolas opprimit. Populus certatim riit, plaudit et exclamat: "Bene, feliciter! Regnum tuum fortuna est!"... At non videt quia armigerorum turba tyrannum munit tamquam murus. Tum puerulus: cur tam multi armigeri sunt, si regnum fortunatum habemus?"
Un tiranno entra in città e immediatamente oppprime gli abitanti con un ingiusto potere. Il popolo a gara accorre, applaude ed esclama: "Bene, felicità!
Il tuo regno è una fortuna!" Gli abitanti portano doni al tiranno, mettono tra le braccia del tiranno l'oro con i propri animi baciano gli occhi, le dita, la corazza del tiranno.
Poeti e uomini istruiti vendono il (loro) talento al tiranno, lodano il potere del tiranno, si sottomettono alla fama del tiranno, chiedono benefici. Le matrone e le ragazze portano profumi e rose, ornano i vestiti del tiranno. Gli indovini offrono vaticini. Intanto dalla folla spunta un bimbo che vuole vedere il tiranno.
Ma non lo vede, poiché una schiera di armati, come un muro, protegge il tiranno. Allora il bimbo: "Perché così tanti armati se abbiamo un regno fortunato?" (versione latino)
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