Il tradimento di Tarpea - VERSIONE latino LITTERA LITTERAE

Il tradimento di Tarpea
versione di latino di autore sconosciuto e traduzione

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dal librolittera, litterae es6 pag281 ibro 1a

Res Romana erat in periculo propter Sabinorum oppugnationem. Romani confugerant in Capitolium, arcem lapideam, quod (che nom....

La repubblica romana era in pericolo a causa dell'assedio dei Sabini. I Romani si erano rifugiati sul Campidoglio, rocca di pietra, che era assediata dai Sabini. Spurio Tarpeio era il custode del Campidoglio.

La figlia di Spurio si chiamava Tarpeia: il re dei Sabini, uomo di grande astuzia, corruppe con l'oro Tarpeia affinché facesse entrare i soldati nella rocca.

La vergine aveva chiesto come prezzo del tradimento ciò che i Sabini avevano nelle loro mani sinistre: infatti aveva visto dei braccialetti d'argento e degli anelli d'oro. Ma ben presto pagò le pene del Tradimento: infatti iSabini affinché la perfida non ricevesse il premio del Tradimento, uccisero Tarpeia; dopo aver ricoperto la fanciulla con gli scudi.

I nemici infatti nelle mani sinistre avevano non solo braccialetti ed anelli ma anche scudi per il combattimento.

Altra versione stesso titolo ma diversa

Romani confugerant in Capitolium, quod Sabini oppugnabant. Capitolii custos Spurius Tarpeius erat....

I Romani si erano rifugiati nel Campidoglio che i sabini assalivano. Spurio Tarpeo era il custode del Campidoglio.

I re dei Sabini corruppe con l'ro sua figlia di nome Tarpea affinché facesse entrare gli armati nella rocca. La fanciulla come premio del tradimento aveva chiesto quello che i sabini portavano nelle mani sinistre.

Il re fece la promessa e la faciulla la quale non aveva nessun timore aprì la porta ai nemici per farli introdurre nella fortezza. Ma pagò il filo del tradimento immediatamente: infatti i sabbini non portavano solo i braccialetti e gli anelli che tarpea aveva indicato, ma portarono anche gli scudi nelle mani sinistre con i quali coprirono la ragazza e la uccisero.

E finfatti chunque commise il turpe gesto spesso fu odiato dagli stessi romani uccisero la ragazza gettandola giù dalla rupe che dal suo nome dopo chiamarono Tarpea.

Stesso titolo ma altro testo latino

Novissimum ab Sabinis bellum ortum multoque id maximum fuit; nihil enim per iram aut cupiditatem actum est, nec ostenderunt bellum prius quam intulerunt.

Consilio etiam additus dolus. Sp. Tarpeius Romanae praeerat arci. Huius filiam virginem auro corrumpit Tatius ut armatos in arcem accipiat; aquam forte ea tum sacris extra moenia petitum ierat. Accepti obrutam armis necavere, seu ut vi capta potius arx videretur seu prodendi exempli causa ne quid usquam fidum proditori esset. Additur fabula, quod volgo Sabini aureas armillas magni ponderis brachio laevo gemmatosque magna specie anulos habuerint, pepigisse eam quod in sinistris manibus haberent; eo scuta illi pro aureis donis congesta. Sunt qui eam ex pacto tradendi quod in sinistris manibus esset derecto arma petisse dicant et fraude visam agere sua ipsam peremptam mercede.

L'ultimo attacco Roma lo subì dai Sabini, e questa fu di gran lunga la più importante tra le guerre combattute fino a quel punto.

Essi, infatti, non agirono sotto l'impulso del risentimento e dell'ambizione, né si lasciarono andare a dimostrazioni militari prima di dare il via alla guerra. Unirono la fraudolenza al sangue freddo. Spurio Tarpeio comandava la cittadella romana. Sua figlia, vergine vestale, viene corrotta con dell'oro da Tazio e costretta a fare entrare un drappello di armati nella fortezza. In quel preciso momento la ragazza era andata oltre le mura ad attingere acqua per i culti rituali. Dopo averla catturata, la schiacciarono sotto il peso delle loro armi e la uccisero, sia per dare l'idea che la cittadella era stata conquistata più con la forza che con qualsiasi altro mezzo, sia per fornire un esempio in modo che più nessun delatore potesse contare sulla parola data. La leggenda riguardante questi fatti vuole che, siccome i Sabini di solito portavano al braccio sinistro braccialetti d'oro massiccio e giravano con anelli tempestati di gemme di rara bellezza, la ragazza avesse pattuito come prezzo del suo tradimento ciò che essi portavano al braccio sinistro;

e che al posto dell'oro promesso fosse rimasta schiacciata dal peso dei loro scudi. Alcuni sostengono che, avendo lei chiesto di scegliere come ricompensa quello che essi portavano al braccio sinistro, optò espressamente per gli scudi e che i Sabini, credendo li volesse tradire, l'uccisero proprio col compenso che aveva richiesto.

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