La leggenda di Mirene trasformata in mirto - VERSIONE latino e traduzione

La leggenda di Mirene trasformata in mirto
Autore: sconosciuto

Narrant in quadam Suriae urbe piissimam ac pulcherrimam puellam vixisse, cui nomen erat Myrene.

Propter eius praeclaras virtutes nobilissimus quisque civitatis eam in matrimonium ducere cupiebat. Sed olim latrones urbem adorti sunt, Myrenem rapuerunt et eam in secreto latibulo condiderunt. Tum puellal, perterrita, a Venere auxilium petivit atque pollicita est, si lebertatem adepta esset, se deae secerdotem futururam esse. Post aliquot dies Myrene, Veneris auxilio, custodes frustata est et, post longam laboriosamque fugam, ad urbem suam incolumis revertit ubi, ut votum solveret, deae sacerdos facta est. Quodam die virgo, dum sacrificium celebrat, inter eos qui sacris aderant unum ex latronibus, a quibus adrepta erat, agnovit. Qui, comprehensus et tormentis excruciatus, non solum scelus confessus est sed etiam ubinam socii essent indicavit. Tum nobilis iuvenis, qui iam antea Myrenem adamaverat, omnes latrones cepit et, ut praemium pro suo incepto, a populo petivit ut sibi concederetur eam in matrimonium ducere.

Qua re irata, Venus iuvenem morte affecit, Myrenem autem in myrtum arborem convertit.
Raccontano che in una città della Siria fosse vissuta una fanciulla bellissima e piissima, il cui nome era Mirene. Per la sua virtù illustre virtù tutti i più nobili bramavano sposarla. M au un tempo i ladroni assalirono la città, rapirono Mirane e la condussero in un luogo segreto. Allora la fanciulla, spaventata, chiese aiuto a Venere e promise, che se evesse ottenuto la libertà sarebbe diventata sua sacerdotessa. Dopo alcuni giorni Mirene, con l'aiuto di Venere, eluse la sorveglianza dei custodi e dopo una lunga e faticsa fuga, ritornò incolume alla sua città, dove per pagare il voto, divenne sacerdote della dea. Un certo giorno la vergine, mentre celebrava un sacrificio, tra quelli che partecipavano alla cerimonia sacra, riconobbe uno dei ladri dai quali era stata rapita.

E lui sorpreso e tormentato dalla sofferenza, non solo confessò la scelleratezza ma indicò anche dove fossero i compagni. allora un giovane nobile che ormai si era invaghito di Mirene, catturò tutti i ladroni, e come ricompensa, per la sua iniziativa chiese al popolo che gli venisse concesso di sposarla.

per ciò adirata, Venere uccise il giovane, poi trasformò Mirene nell'albero del mirto

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