La rana traditrice punita

Tutor discentium pagina 253 esercizio numero 174
e Nova officina numero 218 a pagina 260
Frase iniziale: Mus quidam flumen transiturus... Frase finale: ...aliis nocere volunt, se ipsos interimere.

Un topo che aveva l'intenzione di oltrepassare un fiume, per passare più agevolmente sull'acqua, chiese aiuto a una rana fidando nella sua lealtà.

Quella, legata a una sua zampa posteriore una zampa del topo, entrò nell’acqua e nuotando giunse al centro del fiume. Lì, in modo perfido, mutato parere, trascurata la fede che aveva dato al topo, si immerse nell’acqua e con sé trascinò a fondo il misero topo. Dopo la morte di questo, la rana emerse dalla profondità e di nuovo e di nuovo cominciò a nuotare col compagno legato alla zampa.

Un falco che volava nel cielo, avendo poi visto il topo morto che galleggiava in superficie, spinto dalla voracità, volle catturare la preda. Perciò, sceso in picchiata dalle nubi, afferrò il topo con gli artigli e insieme a lui anche la rana legata al compagno morto sollevò in cielo per mangiarseli.

Così la traditrice che aveva tradito la vita del compagno che si era affidato a lei, avendo sperimentato la stessa morte, pagò meritatamente la pena della sua perfidia. La favoletta insegna che spesso i malvagi, mentre vogliono, tradita la fede, nuocere agli altri, uccidono loro stessi.

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