La sconfitta non scoraggia - versione latino e traduzione

La sconfitta non scoraggia
versione di latino e traduzione da vari libri

Romae, clade apud Trasumenum nuntiata, cum ingenti terrore ac tumultu concursus in forum popoli accidit....

Dal libro LIBENTER

Massilienses, post cladem acceptam, animo non defecerant, immo naves refecerant summaque industria....

La sconfitta non scoraggia
versione di latino e traduzione da vari libri

A Roma, resa nota la sconfitta presso il Trasimeno, ci fu un riunirsi nel foro del popolo per la grande paura e il tumulto.

Le donne, girovaghe per le strade, che piangevano la disfatta, chiedevano ai passanti. Tuttavia non molto prima del tramonto del sole il pretore Pomponio, tornando a Roma, annunciò: "Siamo stati vinti in una grande battaglia!". Sentito questo orrendo annuncio, tutti i cittadini, colmi di diversi rumori, tornarono di corsa a casa e riportarono diversamente le cose. Dicono: "Il console è morto con gran parte delle truppe!

Ci sono davvero pochi superstiti, o sparsi per l'Etruria con la fuga, o presi dai nemici". Il giorno dopo la moltitudine delle donne e degli uomini stettero alle porte, o aspettando il figlio o i parenti o l'annuncio della sconfitta. Si mescolarono con i passanti, chiedendo ogni cosa e non desistendo prima di ricercare ogni cosa (ordine). Vari erano i volti degli uomini che si allontanavano, poiché erano annunciate o cose liete o tristi.

Soprattutto erano grandi le gioie o i lutti delle donne. A tali donne era stata annunciata falsamente la morte del figlio, poi tuttavia, sedendo tristi in casa, alla prima vista del figlio che tornava, erano morte per l'eccessiva gioia.

Traduzione dal libro libente

I Marsigliesi, dopo la sconfitta ricevuta, non si erano persi d'animo, anzi, avevano ricostruito le navi con grandissima solerzia.

A queste avevano aggiunto delle navi da pesca e le avevano rivestite affinché fossero protette dall'urto dei dardi. Poi avevano riempito le navi di arcieri e macchine da lancio. Dopo che prepararono così la flotta, incitati dal pianto e dalle preghiere di tutti gli anziani, le madri e le vergini, con grande coraggio e fiducia si imbarcano (letteralmente: salgono sulle navi) per andare in aiuto alla città in pericolo.

Ma un fatto imprevisto e inaspettato accrebbe a tutti il coraggio. Nasidio, infatti, ambasciatore di Pompeo, era giunto in aiuto ai Marsigliesi con la flotta e con il suo arrivo aveva riempito la città di speranza e buoni propositi. Allora, con il vento favorevole conducono le navi fuori dagli arsenali, escono dal porto e giungono a Tauroenta, fortezza dei Marsigliesi.

Lì preparano le navi, confortano gli animi, affinché combattano con grande forza e valore, comunicano i piani. La parte destra viene assegnata ai Marsigliesi, a Nasidio l'ala sinistra. Ormai la battaglia incombe

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