La storia di Anna (II)

Cum Pygmalion, saevus Annae frater, insulam Melitam cum classe oppugnavit et sororem a Batto poposcit, misera mulier rursus vela in altum dedit: ...

Quando Pigmalione, il fratello crudele di Anna, prese d'assedio l'isola con la flotta e reclamò la sorella, la misera donna di nuovo spiegò le vele in alto: così giunse nel Lazio, dove Enea con la moglie Lavinia governava i latini e i troiani con grande giustizia e onestà.

L'uomo troiano ricevette con benevolenza l'esule, dicendo: "Anna, non siamo dimentichi dei benefici di tua sorella, dunque sarai sempre ben accetta". Ma la moglie Lavinia, mossa da invidia, escogitò insidie per l'ospite.

Allora di notte, davanti al letto di Anna, apparve in sogno l'immagine di Didone e avvertì la sorella: "Sbrigati a fuggire, sorella adorata: infatti la regina invidiosa prepara una morte ingiusta". Anna subito si alza dal letto e va via dalla reggia. Mentre agitata per la paura corre per i campi nella notte buia, arriva alle rive del fiume Numico e scivola tra le acque.

All'alba gli abitanti del luogo scorgono le orme dei piedi e giungono al fiume. Allora odono la voce di Anna tra le acque: "Adesso sono una ninfa del placido fiume, di nome Anna Perenna: infatti resterò sempre nelle acque perenni del fiume.

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