La volpicella e la cicogna

Ad cenam mala vulpecula ciconiam invitabat, quod saepe ciconiae...nunc deciperis, quia antea me decepisti.

Una malvagia volpicella invitava a pranzo una cicogna, poiché spesso le cicogne sono abbindolate e talvolta sono soggette a scherni ma, come insegna la favola, anche le cicogne sono astute e puniscono gli imbroglioni.

Quando la cena cominciò, la volpicella con un vassoio di marmo serviva una minestra in un piatti: la cicogna pativa la fame ed era attratta dalla squisita minestra, ma in nessun modo, quando succhiava con il lungo becco, trangugiava il cibo, poiché la minestra si spandeva troppo e non era sufficientemente profonda.

Alcuni giorni dopo la cicogna invitava a propria volta a pranzo la volpicella: sminuzzava il cibo e lo raccoglieva in una bottiglia. Pertanto, mentre vi inseriva il becco, si saziava, ma al contrario la volpicella mordeva invano la stretta apertura della bottiglia: infatti non afferrava mai nessun pezzo di cibo. Apprendiamo anche un'arguta sentenza riguardo a quel secondo pranzo.

Dopo che la pancia della cicogna è piena, dice alla volpicella: "Sconti la pena del tuo cattivo esempio; ora sarai ingannata, poiché in precedenza mi hai ingannata".

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