Le guerre puniche - versione latino e traduzione

Le guerre puniche versione di latino e traduzione
Inizio: Romani tribus bellis contra Chartaginienses pugnaverunt...

Il popolo romano combatté tre volte contro i Cartaginesi. La prima guerra Punica fu combattuta con forze navali.

La causa dell’agitazione era addotta duplice: l’una che i Cartaginesi avevano aiutato i Tarentini, l’altra che i Mamertini chiedevano aiuto contro i Cartaginesi. Del resto, di fatto, la preda era il possesso della Sicilia e della Sardegna, isole fertilissime. Appio Claudio intraprese la guerra nello stretto di Messina, Manilio e Regolo la portarono avanti nella stessa Africa, il console Duilio presso le isole Lipari, Lutazio Catulo presso le Egadi, affondate le flotte dei nemici, la terminarono. La seconda guerra Punica fu di gran lunga la più cruenta di tutte. La causa era che Annibale, andando contro l’accordo, aveva distrutto Sagunto. La prima sconfitta fu presso il Ticino, essendo stato ferito il padre (senatore)

Scipione che Publio Scipione, non ancora adulto, protesse e liberò; La seconda sconfitta fu presso Trebbia, essendo stato ferito il console Flacco; La terza fu presso il Trasimeno, essendo stato distrutto l’esercito di Flaminio; La quarta fu presso Canne, essendo stati distrutti due eserciti con la morte del console Paolo e con la fuga di Terenzio Varrone. In seguito, in verità, quattro comandanti si attribuiscono la gloria della guerra Cartaginese: Fabio si attribuisce (la gloria) come il temporeggiatore poiché sconfisse con l’indugio Annibale che minacciava la distruzione della città. Marcello che per primo si oppose ad Annibale presso Nola e massacrò il suo esercito in ritirata. Claudio Nerone che fermò Asdrubale che veniva dalla Spagna con ingenti truppe prima che si unisse ad Annibale e lo sconfisse in una grande battaglia.

Publio Scipione che combatté in Africa presso Zama con Annibale e ottenne una suprema vittoria: infatti dopo questo fatto i Cartaginesi deposero la guerra contro i romani. La terza guerra punica fu maggiore per le glorie che per le imprese. Infatti Scipione Emiliano portò a termine la distruzione di Cartagine, iniziata dal console Manilio e, incendiata Cartagine, arrestò per sempre le milizie di tutta l’africa.

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