Le peripezie di Ulisse - versione latino e traduzione

Le peripezie di Ulisse versione di latino e traduzione

Circes, solis filiae, hortatu, Ulixes ad inferos descendit ut Tiresiam, veridicum vatem, consuleret....

Dietro comando di Circe, figlia del sole, Ulisse scese negli inferi per consultare Tiresia, vate della verità.

Qui si imbattè in Elfenore, che aveva lasciato presso la bella dea. Elfenore, ubriaco, di notte cadde dalla scala e ruppe la testa, e così era arrivato negli inferi. Allora pregò Ulisse affinché desse sepoltura al corpo e ponesse nel tumulo il timone. In seguito ad Ulisse si avvicinò Tiresia e annunciò la fine del suo peregrinare e il ritorno a casa. Tra le anime degli inferi Ulisse riconobbe Agamennone, comandante dei greci, con Achille e Aiace, e salutò la madre Anticlea con molte lacrime.

Dopo esser tornato da Circe, prima rese onore con la sepoltura al corpo triste di Elfenore, poi, avendo sciolto la nave, ammonito dalla dea, evitò le lusinghe delle sirene, sfuggì allo scoglio di Scilla, infausto ai marinai.

Infine dopo esser giunto in Sicilia, comandò ai compagni di non violare i bovi del sole. Tuttavia essi, spinti dalla fame, violarono il sacro bestiame: e così Giove, eccitato dall'ira per l'empietà, mentre navigano ad Itaca, percosse con un fulmine la nave e sommerse tutti con le onde, eccetto Ulisse.

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