Le scelte culturali di Adriano - VERSIONE di latino e traduzione

Le scelte culturali di Adriano
Autore: sconosciuto

Amavit praeterea genus vetustum dicendi, controversias declamavit. Ciceroni Catonem, Vergilio Ennium, Sallustio Caelium praetulit eademque iactatione de Homero ac Platone iudicavit.

Mathesin sic scire sibi visus est ut vero Kalendis Ianuariis scripserit, quid ei toto anno posset evenire, ita ut eo anno quo periit usque ad illam horam qua est mortuus scripserit quid acturus esset. Sed quamvis esset in reprehendendis musicis tragicis comicis grammaticis rhetoribus facilis, tamen omnes professores et honoravit et divites fecit, licet eos quaestionibus semper agitaverit. Et cum ipse auctor esset, ut multi ab eo tristes recederent, dicebat se graviter ferre, si quem tristem videret. In summa familiaritate Epictetum et Heliodorum philosophos et, ne nominatim de omnibus dicam, grammaticos rhetores musicos geometras pictores astrologos habuit, prae ceteris, ut multi adserunt, eminente Favorino. Doctores, qui professioni suae inhabiles videbantur, ditatos honoratosque a professione dimisit.


Inoltre, gli piaceva lo stile arcaico dello scrivere, e solitamente prendeva parte nei dibattiti. Preferiva Catone a Cicerone, Ennio a Virgilio e Celio a Sallustio; e con la stessa sicurezza di sè esprimette le sue opinioni su Omero e Platone. In astrologia considerava sè stesso così competente che durante le Kalende di Gennaio lui effettivamente scriveva tutto quello che poteva accadergli durante tutto l'anno successivo, e nell'anno in cui morì, infatti, scrisse tutto quello che avrebbe fatto, fino all'ora stessa della sua morte. Anche se Adriano era molto pronto a criticare i musicisti, gli attori tragici, i commediografi, i grammatisti, i linguisti, i retori, nonostante ciò distribuiva onori e ricchezza a tutti quelli che professavano queste arti, anche se li tormentava sempre con le sue domande.

E benchè fosse responsabile per il fatto che molti di loro lasciavano la sua presenza con i sentimenti feriti, era solito dire che aveva difficoltà a sopportare chiunque con i sentimenti feriti. Si comportava con grande amicizia con i filosofi Epitteto e Eliodoro, e vari grammatisti, retori, musicisti, geometri - non da menzionare tutti per nome - pittori e astrologi; tra tutti Favorino, molti affermavano, era quello più eminente tra gli altri. Insegnanti che sembrano inadatti per la loro professione lui li presentava con ricchezze e onori e poi li destituiva dalla pratica della loro professione.

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