Lutto e lacrime a Cartagine
Prudentis honestique civis est numquam praeteritorum periculum oblivisci, ne quod sequitur tempus maiora pericula efferat....
Non è assolutamente proprio di un cittadino prudente ed onesto dimenticare un pericolo del passato, affinchè il tempo che segue non sollevi maggiori pericoli.
I cartaginesi stremati dalla lunga guerra non volendo riunire il denaro nell'erario, c'era nella curia tristezza e pianto, si scorgeva solo Annibale che rideva. Dato che proprio lui era causa di lacrime, un tale si alzò nell'assemblea e fece risuonare impetuosamente in pubblico il riso di costui con il pianto.
Allora Annibale disse: "se si potesse scorgere l'aspetto del viso così come anche dentro l'animo, vi sarebbefacilmente chiaro che questo riso non è di gioia, ma di un animo inasprito; tuttavia non è tanto inopportuno quanto queste vostre lacrime fuori luogo. In quel momento bisognava piangere, quando ci furono sottratte le armi e vennero incendiate le navi. Pertanto, quando furono portate via le spoglie di Cartagine dopo essere stata sconfitta, quando l'avete osservata inerme tra le popolazioni armate dell'Africa, nessuno ha cacciato una lacrima; ora, perchè vi tormenta la perdita di denaro, piangete così come in un pubblico funerale.
Ben presto sentirete senza dubbio che oggi hanno pianto per una disgrazia molto più lieve!"
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