Magnanimità dell'imperatore Marco Aurelio - versione latino e traduzione EXPEDITE

"Velim, senatores, severitatem vestram deponitas et clementiam meam servetis....

Io vorrei o senatori (velim cong. pres. 1a sing) che voi deponiate il vostro rigore ed osserviate la mia indulgenza.

Non è certo nell'imperatore la vendetta, perché quantunque (lett. è) sia giusta, tuttavia (sembra) appare spietata e crudele. Nessun senatore dunque sia punito nessun sangue di uomo nobile sia sparso, gli esuli ritornino a (llA loro)

casa e salvino i loro beni. Perchè darete la grazia sia al figlio, sia al genero sia alla moglie di A. C. . Vivano liberi e sicuri, abbiano i beni familiari, conservino l'oro e l'argento, per tutti i discendenti e vogliano gli dei liberare la nostra patria dalle stragi, dalla paura, dall'infamia, dall'invidia ed infine da ogni ingiuria.


Allora tutti i senatori levando un applauso (regge dativo) alla grandezza d'animo dell'imperatore, esclamarono a gran voce: "Piaccia agli dei che la vita del nostro imperatore sia sempre lunga (lett. tardiva)!"

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