Nettuno - versione latino traduzione TUTTI I LIBRI

Neptunus, Iovis frater, maris imperium obtinuit Suo nutu et turbare et rursus placare undas poterat Saepe etiam tridente, quo semper ornata apparent simulacra eius, scopulos disicere poterat terrasque quassare....

Nettuno, il fratello di Giove, ottenne il potere del mare. Con un suo cenno poteva sia agitare sia nuovamente placare le onde. Spesso anche con il tridente, con il quale le sue statue appaiono sempre adornate, poteva separare gli scogli e sconquassare le terre.

Ma un dì la terra, colpita col tridente di Nettuno, generò un cavallo, che poi fu sacro al Dio. Nettuno sposò Anfitrite dalla quale generò Tritone.

Dietro il carro di Netuno vi erano le Nereidi e altri dei minori che abitano il mare. Era presente anche Tritone, che soffiava dentro una conchiglia.

A Graecis et Romanis Neptunus, saturni filius, aquarum deus putatur...Tamen Attici etiam Neptunum ut deum bonum et generosum magna cum diligentia colunt. (dal libro nuovo comprendere e tradurre)

Nettuno, figlio di Saturno, dio delle acque è stimato dai Greci e dai Romani. Nettuno infatti non solo possiede i mari, ma anche l'impero dei fiumi e dei ruscelli.

Abita sull'Olimpo con gli altri dèi, ma spesso dall'Olimpo scende nell'oceano: infatti ha una splendida casa nell'oceano vicino all'isola Eubea e lì siede con le ninfe marine sul trono d'oro e tiene il tridente, simbolo del suo impero. Quando le onde del mare sono agitate e turbate dalla violenza dei venti, i marinai invocano Nettuno. Il dio sente i marinai devoti e porta il pronto aiuto: infatti subito accorre con cavalli marini per le onde, allontana i venti con il tridente, placa la tempesta e il mare torna tranquillo.

Nettuno è venerato soprattutto dagli abitanti delle città marittime e delle isole: i cavalli e i tori vengono sacrificati per il dio marino, i templi e gli altari vengono edificati alla foce. E' famoso il contrasto fra Nettuno e Minerva per la protezione agli ateniesi e a tutta l'Attica. Poichè Nettuno e Minerva vogliono veneratori ad Atene ed in modo particolare in Attica, decidono di offrire doni preziosi agli abitanti: il dio dona un cavallo, l'ulivo la dea. Il dono di Nettuno è gradito, ma l'ulivo è considerato necessario alla vita: così Minerva vince Nettuno e ottiene il favore degli abitanti.

Tuttavia gli attici onorano, con grande diligenza, anche Nettuno come dio buono e generoso.

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