Quae Romani a victis perlibenter ad imitandum sumpserint
Quid igitur? Scipioni atque mancipia defuerunt? Minime quidem: sed patrias leges violandas ii sibi cum putarent, publici moris observatores curiosi, aridiorem vitam castigatioremque vivere....
TESTO LATINO INVIATO DA UTENTE QUI
Cosa dunque? Mancarono a Scipione i diritti di proprietà? assolutamente no: ma questi, accurati osservatori del pubblico costume, vennero meno nel dover violare le leggi degli avi reputando di praticare una vita corretta e regolare.
Se davvero prudenti e circospetti imitarono gli antichi, non si allontanarono dai loro esempi. Pertanto quelli uscirono nella spedizione contro costoro, sconfissero i nemici, e se questi li sbaragliarono, fu onesto e glorioso, degno d'imitazione, come i Romani nei tempi antichi erano abituati a fare, ritornare dai suoi insieme con i prigionieri.
Infatti essendo integre le leggi degli avi, quelli li riportavano a Roma da coloro che ... (sbgerant), se trovassero le rimanenze dell'onesta pratica, lasciando agli stessi le cose inutili e superflue, per non sperare un giorno di poter recuperare quelle cose che i Romani avevano sottratto. Avendo dunque appreso dai Greci la professione delle macchine da guerra e delle strumentazioni d'assedio, superarono questi stessi in quella battaglia. I Tirreni insegnarono a costoro a combattere in campo ... (turnas) delle falangi, ai Sanniti a proteggersi con lo scudo, agli Spagnoli a combattere con i giavellotti, altri altre cose, che questi stessi misero in opera meglio di coloro che gliel'avevano insegnate.
Questi stessi avendo decretato di dover mantenere la disciplina degli Spartani, rimasero più costantemente in essa ossia negli stessi Spartani
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