Trionfale ritorno di Cicerone dall'esilio

Cum primum Romam veni, fuitque cui recte ad te litteras darem, nihil prius faciendum esse mihi putavi, quam ut tibi absenti de reditu nostrogratulare....

Quando sono giunto a Roma, e trovato qualcuno al quale potessi consegnare una lettera per te, la prima cosa che ho ritenuto di dover fare è stata di esprimere a te che eri assente la gratitudine del mio (lett. nostro) ritorno.

Sono partito da Durazzo, il giorno stesso in cui fu presentata la legge che mi riguardava; il giorno seguente sono giunto a Brindisi. Qui c'era in attesa la mia Tulliola, nello giorno stesso del suo compleanno che per caso coincideva con l'anniversario della fondazione della colonia; venutasi a sapere la cosa, fu celebrata con molta dimostrazione di gioia da una grande folla.

Quando ero a Brindisi, h o saputo dalla lettera di Quinto che la legge con straordinario impegno era stata completata dai comizi centuriati. Colmato di onori dai cittadini più ragguardevoli di Brindisi, ho fatto poi il viaggio così che vennero da me delegazioni  con ringraziamento. Così sono giunto a Roma. Quando arrivai a Porta Capena, i gradini dei templi erano pieni di gente umile.

E dopo che essa mi ebbe manifestato con un grandissimo applauso la sua felicità per me, un'analoga folla plaudente  mi celebrò  al Campidoglio, e nel foro e sullo stesso Campidoglio c'era una folla incredibile. Il giorno dopo in senato ringraziai (lett. plurale) il senato (lett. resi grazie al senato)

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