Triste fine di Scipione Africano Maggiore
Silentium deinde de Africano fuit. Vitam Literni egit sine desiderio urbis; morientem rure eo ipso loco sepeliri ...Punici tamen belli perpetrati, quo nullum neque maius neque periculosius Romani gessere, unus praecipuam gloriam tulit.
Poi ci fu il silenzio sull'Africano. Proseguì la sua vita a Literno senza rimpianti per l’Urbe. Morendo nella campagna ordinò, si dice, che fosse sepolto in quello stesso luogo, e che venisse lì edificato il suo monumento, perché l’ingrata patria non avesse i resti del suo corpo.
Uomo memorabile, dalle notevoli capacità più nella guerra che nella pace. La prima parte della sua vita offuscò l’ultima parte, perché da giovane frequentò assiduamente i campi di battaglia, con la vecchiaia tutto intorno a lui declinò né il suo talento potè essere alimentato.
Come fu il suo secondo consolato in rapporto al primo, anche se raggiunse la censura? come fu la sua missione asiatica, resa inutile dal suo cattivo stato di salute, tristemente segnata dalla disgrazia dei figli e, dopo il ritorno, segnata dalla necessità di subire un giudizio e di rompere con la patria?
la speciale gloria di aver terminato la guerra punica, la più importante, la più pericolosa delle guerre che i romani abbiano mai combattuto, appartiene a lui solo.
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