Lisia - Contro Eratostene XVI XVII XVIII

Lisia - Contro Eratostene XVI XVII XVIII
Testo greco e traduzione

ἀφικόμενος δὲ εἰς Ἀρχένεω τοῦ ναυκλήρου ἐκεῖνον. πέμπω εἰς ἄστυ, πευσόμενον περὶ τοῦ ἀδελφοῦ: ἥκων δὲ ἔλεγεν ὅτι Ἐρατοσθένης αὐτὸν ἐν τῇ ὁδῷ λαβὼν εἰς τὸ δεσμωτήριον ἀπαγάγοι....

Giunto da Archeo, l'armatore, lo mandò in città per avere notizie di mio fratello ritornò affermando che Eratostene lo aveva sorpreso per strada e lo aveva condotto in carcere.

Saputo questo fatto la notte seguente mi imbarcai per Megara. A Polemarco i 30 diedero l'ordine abituale durante il loro governo, quello di bere la cicuta, senza nemmeno rendergli nota l'accusa per la quale doveva morire: altro che essere giudicato e potersi difendere!

Quando lo condussero via dal carcere dopo la morte, nonostante avessimo 3 case non permisero che il funerale partisse da nessuna delle 3 ma affittarono una catapecchia ed esposero li il cadavere.

E dei drappi che c'erano a disposizione non ne fornirono neanche uno a chi lo richiedeva per il rito funebre ma sono stati gli amici a dare per la sua sepoltura

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