Guerra contro i tarquinesi e i tiburtini (Versione latino Livio)
Guerra contro i tarquinesi e i tiburtini
Autore: Livio
Duo bella eo anno prospere gesta: cum Tarquiniensibus Tiburtibusque ad deditionem pugnatum.
Sassula ex his urbs capta; ceteraque oppida eandem fortunam habuissent, ni uniuersa gens positis armis in fidem consulis uenisset. Triumphatum de Tiburtibus; alioquin mitis uictoria fuit. In Tarquinienses acerbe saeuitum; multis mortalibus in acie caesis ex ingenti captiuorum numero trecenti quinquaginta octo delecti, nobilissimus quisque, qui Romam mitterentur; uolgus aliud trucidatum. Nec populus in eos qui missi Romam erant mitior fuit: medio in foro omnes uirgis caesi ac securi percussi. Id pro immolatis in foro Tarquiniensium Romanis poenae hostibus redditum.
Le due guerre combattute quell'anno ebbero esito positivo. Tarquiniesi e Tiburtini vennero costretti alla resa. Ai Tiburtini fu strappata Sassula. Le altre città avrebbero fatto la sua stessa fine, se l'intero popolo non avesse abbandonato le armi, consegnandosi a discrezione del console. Per la sconfitta dei Tiburtini venne celebrato un trionfo. Ma la clemenza prevalse negli altri aspetti della vittoria. Per la gente di Tarquinia non ci fu invece nessuna pietà: molti di essi vennero uccisi in battaglia, e dei moltissimi prigionieri catturati ne vennero scelti trecento cinquantotto - il fiore della nobiltà - per essere inviati a Roma, mentre il resto della popolazione venne passato per le armi. Quanto al popolo, non fu molto più clemente con quelli che erano stati inviati a Roma:
vennero frustati e decapitati al centro del foro. Fu quello il modo per vendicarsi dei nemici per i Romani massacrati nel foro di Tarquinia.
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