La capitolazione di Sparta

Romanos primo sustinebant in angustiis Lacedaemonii, ternaeque acies tempore uno locis diversis pugnabant; deinde crescente certamine...

Dapprima gli spartani sostenevano i romani nello spazio e combattevano tre schiere diverse contemporaneamente in un luogo solo.

Poi crescendo la battaglia non era mai pari infatti gli spartani combattevano con i dardi dai quali facilmente il soldato romano si difendeva per la grandezza dello scudo e per cui i colpi erano alcuni vani altri molto leggeri. Infatti per le angustie del luogo e per la confusione affollata non soltanto non avevano spazio per lanciare con slancio le frecce (i giavellotti), in modo che fossero lanciati moltissimo ma non avevano nemmeno il passo libero e stabile per provare (a farlo).

Quindi dei dardi lanciati di fronte nessuno penetrava nei corpi, raramente nello scudo. Alcuni erano feriti dai dardi dai luoghi superiori circostanti più tardi passati oltre anche dai tetti e dalle tegole colpirono chiunque non se lo aspettava. Poi alzatosi gli scudi sopra la testa unendoli tra di loro cosi che non restasse nessuno spazio per l'inserimento di colpi alla cieca ma nemmeno per ferire da vicino, si inserivano protetti dalla testuggine costruita e le prime strettoie ingombre dalla folla loro e dei loro nemici li trattennero per poco tempo, ma dopo che incalzava a poco a poco il nemico sbucarono nella via più larga della città, la loro forza e il loro impeto non si era potuto sostenere (oltre).

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