Roma dichiara guerra alla città di Palepoli (Versione Latino Livio)

Roma dichiara guerra alla città di Palepoli
Autore: Livio

Palaepolis fuit haud proculinde ubi nunc Neapolis sita est. Duabus urbibus populus idem habitabat.

A Cumis erant oriundi; Cumani Chalcide Euboica originem trahunt. Classe, qua advecti ab domo fuerant, multum in ora maris eius quod acculunt potuere, primum in insulas Aenariam et Pithecusas egressi, deinde in continentem ausi sedes transferre. Haec civitas cum suis viribus tum Samnitum infidae adversus Romanos societati freta, sive pestilentia quae Romanam urbem adorta nuntiabatur, fidens, multa hostilia adversus Romanos agrum Campanum Falernumque incolentes fecit. Igitur L. Cornelio Lentulo Q. Publilio Philone iterum consolibus, fetialibus Palaepolim ad res repetendas missis, cum relatum esset a Graecis, gente lingua magis strenua quam factis, ferox responsum, ex auctoritate patrum populus Palaepolitanis bellum fieri iussit.


(La città di) Palepoli fu non lontano da quel luogo dove oggi è situata Napoli. Lo stesso popolo abitava nelle due città. Erano originari di Cuma; i Cumani traggono origine da Calcide dell'Eubea. Per la flotta, con la quale erano arrivati dalla patria, furono molto potenti sulle coste di quel mare che essi abitano; prima approdarono sulle isole Enaria e Pitecusa, poi osarono trasferire la loro sede sulla terraferma. Questa cittadinanza contando sia sulle proprie forze, sia sull'alleanza instabile tra i Romani e i Sanniti, o piuttosto sulla pestilenza, che si diceva aver colpito la città di Roma, fiduciosa, commise molti atti ostili contro i Romani che abitavano la campagna campana e Falerno.

Dunque mentre erano consoli per la seconda volta L. Cornelio Lentulo e Q. Pubililio Filone, mandati i feziali a Palepoli a chiedere il risarcimento dei danni, avendo riportato(cose) dai Greci, popolo più forte a parole che per i fatti, una risposta arrogante, conforme al volere dei senatori il popolo comandò che si facesse guerra ai Palepolitani.

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