Roma e gli abitanti di Cere (Versione Latino Livio)
Roma e gli abitanti di Cere
Autore: Livio
Inulae Morf. n. 53 pag. 389
Marcus valerius iterum consul ex auctoritate patrum ac populi iussu caeritibus bellum indixit.
tum primum verus belli terror caerites invasit: et eos paenitebat agrorum populationis qua romanos lacessierant et tarquinienses exsecrabantur qui fuerant defectionis auctores. interim omni belli apparatu neglecto, legatos ut a romanis veniam peterent, mittere statuerunt. hi, cum adissent senatum, a patribus reiecti sunt ad populum. ibi legati rogaverunt ut sui misericordia romanos caperet; deinde conversi ad delubra vestae, hospitum memorabant quo ipsi vestales et romanorum sacra olim accepissent. orabant denique ut caere, sacrarium populi romani, intactum inviolatumque servarent. movit populum non tam praesens quam vetus meritum. itaque pax populo caeriti data est indutiaeque in centum annos factae sunt.
Marco Valerio, console per la seconda volta, con l’autorizzazione del senato e per volontà del popolo, dichiarò guerra agli abitanti di Cere. Fu allora che, per la prima volta, uno schietto terrore della guerra s’instillò negli abitanti di Cere:
così si pentivano del saccheggio dei territori, col quale avevano provocato i Romani, e maledicevano gli abitanti di Tarquinia per essere stati gli autori della defezione. Frattanto, avendo rinunciato ad ogni preparativo di guerra, decisero d’inviare ambasciatori per chiedere perdono ai Romani. Questi, presentatisi al senato, furono mandati dai senatori dinanzi al popolo. Lì, gli ambasciatori implorarono che misericordia di loro conquistasse i Romani; quindi, rivoltisi verso il santuario di Vesta, ricordavano l’ospitalità con cui essi stessi, un tempo, avevano accolto le Vestali e i sacri oggetti dei Romani.
Pregavano, pertanto, ch’essi lasciassero intatta ed inviolata Cere, sacrario del popolo romano. Non tanto la causa perorata in quel momento, quanto piuttosto il merito passato mosse a compassione il popolo: pertanto agli abitanti di Cere venne concessa la pace, e fu proclamata una tregua di cento anni.
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