I romani comandati da Marcello sconfiggono Annibale

Inizio: Romani in aciem procedunt. ...Fine: insequi Marcellum prohibuit multitudo sauciorum

I Romani avanzarono schierati per lo scontro. Appena ad Annibale venne data la notizia, ordinò di emettere il segnale di battaglia e portò all'esterno le truppe.

Si combatté in modo molto accanito da entrambe le parti. Dalla parte dei Romani l'ala sinistra e le coorti che avevano perso le insegne, e la legione ventesima schierata all'ala destra combattevano nelle prime file. L. Cornelio Lentulo e C. Claudio Nerone erano i luogotenenti a capo delle due ali: Marcello incitava la parte centrale dell'esercito e la incoraggiava con la sua presenza ed attenzione. Poiché il combattimento era a lungo incerto, Annibale ordinò che fossero fatti avanzare in prima fila gli elefanti. E dapprima (questi) sconvolsero i manipoli e le schiere e resero indifeso lo schieramento in una zona. Allora C. Decimo Flavo, tribuno militare, afferrato il vessillo ad un portatore d'asta in prima fila, ordinò anche al manipolo di quel vessillo di seguirlo.

Lo condusse dove gli animali ammassati provocavano la massima confusione e ordinò di lanciare contro di loro i giavellotti. Ogni arma rimase conficcata con poca difficoltà dal colpo ravvicinato in corpi tanto imponenti; ma come non tutti furono feriti, così quelli sui cui fianchi rimanevano infissi i giavellotti, voltisi alla fuga coinvolsero nella dispersione anche quelli illesi. Allora ormai non un solo manipolo, ma tutti i soldati, pressando il branco degli elefanti in fuga, lanciarono i giavellotti. Durante il passaggio i fanti romani avanzano contro la turbata schiera di animali e con uno scontro di lieve entità li allontanano sparpagliati ed impauriti. Allora Marcello lancia la cavalleria contro i fuggitivi e non smise di inseguirli prima di averli spinti impauriti nell'accampamento.

Pochi elefanti si erano ammassati alla stessa porta, ed i soldati erano costretti a lasciarsi cadere all'interno dell'accampamento attraverso il fossato ed il terrapieno. Lì venne compiuta la più grande strage di nemici; ma neppure per i Romani la vittoria fu senza perdite: molti soldati vennero uccisi; feriti moltissimi cittadini ed alleati. Annibale toglie le tende la notte stessa: la grande quantità di feriti impedì al voglioso Marcello di inseguirlo.

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