Singolare duello fra un romano e un cittadino di Capua (Versione Latino Livio)

Singolare duello fra un romano e un cittadino di Capua
Autore: Livio
Domus 1 n. 22 pag. 465

Taurea civis erat longe ominium Camanorum fortissimus eques adeo ut unus Romanus Claudius Asellus eum gloria equestri aequaret.

Taurea, cum diu ante moenia Capuae perlustravisset oculis Romanorum turmas, tandem ubi esset Claudius Asellus quaesivit, et cur non ferro decerneret daretque opima spolia victus aut victor ea caperet. Haec ubi Asello sunt nuntiata in castra, is consulem percontatus est licertne extra ordinem in provocantem hostem pugnare. Permissu eius arma extemplo cepit, provectusque ante stationes equo Tauream nomine compellavit quaesivitque num congressurus esset. Tum Campanus Romano: “Equorum, inquit, hoc, non equitum erit certamen, nisi e campo in cavam hanc viam demittimus equos: ibi comminus conserentur manus”. His dictis cito equum in viam Claudius egit. Taurea, verbis ferocior quam re: “Minime, inquit, cantherium in fossam agam”. Claudius increpans ignaviam hostis, cum magno gaudio et gratulatione victor in castra rediit.


Il cittadino Taurea era talmente il più forte cavaliere di tutti i Campani che il solo Romano Claudio Asello eguagliò la sua gloria equestre. Taurea, avendo scrutato a lungo con lo sguardo le schiere dei Romani presso le mura di Capua, alla fine chiese dove fosse Claudio Asello, e perché non combattesse con la spada e, se vinto, non consegnasse ricche spoglie o, se vincitore, non le prendesse. Appena questi fatti furono riferito ad Asello nell’accampamento, egli domandò al console se gli fosse permesso di combattere fuori dalle file contro il nemico che lo provocava. Con il suo permesso subito impugnò le armi, e avanzatosi a cavallo davanti ai corpi di guardia, chiamò per nome Taurea e lo invitò a combattere.

Allora il Campano disse al Romano: “Questo sarà un combattimento di cavalli, non di cavalieri, se non facciamo scendere i cavalli dal campo aperto in questa profonda strada: lì duelleremo corpo a corpo”. Detto ciò, rapidamente Claudio portò il cavallo nella strada. Taurea, più spavaldo a parole che a fatti, disse: “Non porterò il ronzino in un fosso”. Claudio, beffeggiando la viltà del nemico, tornò all’accampamento vincitore con grande gioia e soddisfazione.

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