Maturità 2013 - VERSIONE LATINO Quintiliano Omero maestro di eloquenza

Versione latino Maturità 2013 Omero Maestro di Eloquenza

Sed nunc genera ipsa lectionum, quae praecipue convenire intendentibus ut oratores fiant existimem, persequor.

Igitur, ut Aratus ab Ioue incipiendum putat, ita nos rite coepturi ab Homero videmur. Hic enim, quem ad modum ex Oceano dicit ipse amnium fontiumque cursus initium capere, omnibus eloquentiae partibus exemplum et ortum dedit. Hunc nemo in magnis rebus sublimitate, in paruis proprietate superauerit. Idem laetus ac pressus, iucundus et grauis, tum copia tum breuitate mirabilis, nec poetica modo sed oratoria uirtute eminentissimus.

Nam ut de laudibus exhortationibus consolationibus taceam, nonne uel nonus liber, quo missa ad Achillem legatio continetur, uel in primo inter duces illa contentio uel dictae in secundo sententiae omnis litium atque consiliorum explicant artes? Adfectus quidem uel illos mites uel hos concitatos nemo erit tam indoctus qui non in sua potestate hunc auctorem habuisse fateatur.

Age uero, non utriusque operis ingressu in paucissimis uersibus legem prohoemiorum non dico seruauit sed constituit?Nam et beniuolum auditorem inuocatione dearum quas praesidere uatibus creditum est et intentum proposita rerum magnitudine et docilem summa celeriter comprensa facit. Narrare uero quis breuius quam qui mortem nuntiat Patrocli, quis significantius potest quam qui Curetum Aetolorumque proelium exponit?

Ma ora comincio a trattare proprio quei generi letterari, che ritengo riguardino in maniera particolare coloro che intendono occuparsi di diventare oratori.

Pertanto, come Arato ritiene di dover cominciare da Giove, così sembra che in maniera corretta noi cominceremo da Omero. Omero infatti, come dice lui stesso "che il corso dei fiumi e delle sorgenti ha inizio dall'Oceano", ci ha dato un modello e un punto di partenza per le parti dell'eloquenza. Nessuno potrebbe superarlo per solennità negli argomenti di grande importanza, e per uso appropriato dei termini negli argomenti di piccola importanza. Egli è allo stesso tempo ornato e conciso, gioioso e serio, degno di ammirazione sia per l'abbondanza che per la sintesi, eccellentissimo non solo per le sue doti di poeta, ma anche per quelle oratorie.

Infatti, per non parlare delle lodi, delle esortazioni, e delle consolazioni, non è forse vero che il nono libro, nel quale è contenuta l'ambasceria ad Achille, o quella violenta contesa fra i comandanti nel primo o quei consigli espressi nel secondo rivelano tutte le tecniche dell'oratoria giudiziaria e di quella deliberativa? Nessuno sarà così ignorante da non ammettere che questo autore abbia avuto in suo potere tanto quei sentimenti moderati quanto queste passioni violente.

Orsù, non è forse vero che nell'esordio di entrambi i poemi, non dico ha rispettato, ma ha inventato la legge dei proemi? Infatti egli rende ben disposto l'ascoltatore con l'invocazione alle dee, che si credeva proteggessero i poeti, e lo rende attento col mettergli davanti l'importanza degli argomenti e lo rende pronto ad imparare abbracciando in maniera sintetica la totalità degli avvenimenti. Chi in verità potrebbe narrare in maniera più concisa di colui che racconta la morte di Patroclo, chi in maniera più espressiva di colui che racconta la battaglia dei Cureti e degli Etoli?

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