Cesare e i pirati II versione greco Plutarco

Cesare e i pIrati II
versione di greco di Plutarco

Ὡς δ' ἧκον ἐκ Μιλήτου τὰ λύτρα καὶ δοὺςἀφείθη, πλοῖα πληρώσας εὐθὺς ἐκ τοῦΜιλησίων λιμένος ἐπὶ τοὺς λῃστὰς ἀνήγετο, καὶ καταλαβὼν ἔτι πρὸς τῇ νήσῳναυλοχοῦντας, ἐκράτησε τῶν πλείστων....

Quando poi giunse da Mileto il riscatto e, avendolo consegnato, (Cesare) fu lasciato andare, dopo aver allestito delle imbarcazioni subito dal porto di Mileto salpò verso i pirati e, avendoli sorpresi mentre ancora stavano all'ancora presso l' isola, catturò la maggior parte (di loro).

E il denaro se lo tenne come bottino, e avendo fatto mettere nel carcere a Pergamo gli uomini, lui stesso andò da colui che amministrava l' Asia, Iunco, in quanto a quello, che era propretore, spettava punire coloro che erano stati catturati.

Ma siccome quello sia adocchiava il denaro ( infatti era non poco) sia affermava di indagare con calma riguardo ai prigionieri, Cesare, avendo lo lasciato perdere, se ne andò a Pergamo e, avendo fatto uscire (dal carcere)

tutti i pirati li crocifisse, come molte volte nell' isola aveva predetto loro sembrando scherzare

da altro libro (stesso titolo Cesare e i pirati II)
inizio "Ημεραις δε τεσσαρακοντα δυοιν δεουσαισ"
fine "εν περγαμο κατεθετο εις το δεσμωτεριον"

Passò così trentotto giorni come se fosse circondato non da carcerieri ma da guardie del corpo, giocando e facendo ginnastica insieme con loro, scrivendo versi e discorsi che poi gli faceva ascoltare, e se non lo applaudivano li redarguiva aspramente chiamandoli barbari e ignoranti.

Spesso, scherzando e ridendo, minacciava d'impiccarli, e quelli, attribuendo la sua sfrontatezza all'incoscienza tipica dell'età giovanile, a loro volta gli ridevano dietro.


Ma appena giunse da Mileto il denaro del riscatto e pagata la somma fu rilasciato, allestì subito delle navi e dal porto di quella stessa città salpò alla caccia dei pirati. Li sorprese che stavano alla fonda nelle vicinanze dell'isola, li catturò quasi tutti, saccheggiò i frutti delle loro razzie, fece rinchiudere gli uomini nella prigione di Pergamo e si recò difilato dal governatore d'Asia, lunco, che in qualità di pretore aveva il compito di punire i prigionie

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