Amor paterno - versione di Seneca

Amor paterno
Autore: Seneca
La traduzione n. 264 pag. 234

Saepe adeo iniuriam vindicare non expedit ut ne fateri quidem expediat. . C. Caesar Pastoris splendidi equitis Romani filium cum in custodia habuisset munditiis eius et cultioribus capillis offensus, rogante patre ut salutem sibi filii concederet, quasi de supplicio admonitus duci protinus iussit;

ne tamen omnia inhumane faceret aduersum patrem, ad cenam illum eo die inuitauit. . Venit Pastor uultu nihil exprobrante. Propinauit illi Caesar heminam et posuit illi custodem: perdurauit miser, non aliter quam si fili sanguinem biberet. Vnguentum et coronas misit et obseruare iussit an sumeret: sumpsit. Eo die quo filium extulerat, immo quo non extulerat, iacebat conuiua centesimus et potiones uix honestas natalibus liberorum podagricus senex hauriebat, cum interim non lacrimam emisit, non dolorem aliquo signo erumpere passus est; cenauit tamquam pro filio exorasset.

Quaeris quare? habebat alterum.
A volte è così sconveniente vendicare l’ingiuria, che non è neppure il caso di confessarla. Gaio Cesare, avendo tenuto in carcere il figlio di Pastore, un cavaliere di tutto riguardo, perché non ne sopportava la raffinatezza e la chioma troppo ben curata, quando il padre gli chiese grazia per il figlio, ordinò che fosse subito messo a morte, come se gliene avesse sollecitato l’esecuzione, ma, per non essere del tutto scortese con il padre, lo invitò a cena per quel giorno. Pastore venne, con la faccia di chi non rimprovera nulla. Cesare gli fece versare una emina e gli mise vicino un sorvegliante: quel misero ebbe la forza di bere, e gli pareva di bere il sangue di suo figlio.

Gli fece portare profumo e corone, ed ordinò di osservare se ne prendeva: ne prese. Nel giorno del funerale del figlio, anzi, nel giorno in cui gli era stato proibito di farlo, si era coricato, ultimo tra cento invitati e, vecchio e malato di podagra, accettava dei brindisi che, forse, sarebbero stati eccessivi per festeggiarne la nascita. Intanto non versò una lacrima, non permise al dolore di manifestarsi con il minimo sfogo; cenò come se avesse ottenuto la grazia per il figlio. Vuoi sapere perché? Ne aveva un altro.

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