Disumanità verso gli schiavi (versione latino Seneca)

Disumanità verso gli schiavi
Autore: Seneca

Vis tu cogitare istum quem servum tuum vocas ex isdem seminibus ortum eodem frui caelo, aeque spirare, aeque vivere, aeque mori!...

Vuoi tu considerare che codesto, che tu chiami servo tuo, nato dallo stesso seme, (che) gode del medesimo cielo, che come te respira, vive come te, muore come te. Tanto tu puoi vederlo libero quanto quello (può vedere) te servo.

Con la sconfitta di Varo la sorte ha ridotto sul lastrico molti (uomini) illustrissimi per nascita, che aspiravano al grado di senatori attraverso il servizio militare: (la sorte) ha reso qualcuno tra quelli un pastore, qualcun altro il guardiano di una casa. Disprezza ora l'uomo di quella sorte nella quale (sorte) potresti passare mentre la disprezzi. Non voglio entrare introdurmi in un argomento così importante e discutere sull'impiego dei servi, nei confronti dei quali siamo superbissimi, crudelissimi e molto ingiuriosi. Questo è il punto principale del mio insegnamento: vivi con la persona di rango inferiore così come vorresti che la persona di rango superiore vivesse con te. Tutte le volte che ti verrà in mente quanto ti è lecito (fare) nei confronti del tuo servo, ti venga in mente (anche) che altrettanto potere è concesso al tuo padrone contro di te. Tu vuoi pensare che costui, che tu chiami tuo schiavo, nato dagli stessi semi, gode del tuo stesso cielo, come te respira, vive, muore!

Tu puoi vedere lui nato libero tanto quanto egli (sott. può vedere) te schiavo. Durante la strage di Mario, la sorte schiacciò molti di nobilissima nascita, che aspiravano all'ordine dei senatori attraverso il servizio militare, e fece uno di quelli pastore, l'altro custode di una casa di campagna: disprezza pure ora l'uomo di quella sorte, nella quale puoi passare, mentre lo disprezzi. Non voglio lanciarmi in un argomento vasto e discutere sul comportamento degli schiavi, nei confronti dei quali siamo assai sprezzanti, crudeli e oltraggiosi. Tuttavia questo è il principio sommo del mio insegnamento:

vivi con la persona a te inferiore così come vorresti che la persona a te superiore vivesse con te. Quante volte ti è venuto in mente quanto puoi fare verso il tuo schiavo, ti venga in mente che altrettanto può fare il tuo padrone verso di te. "Ma io" dici "non ho alcun padrone". Sei giovane: forse l'avrai. Non sai a quale età Ecuba ha iniziato a vivere in schiavitù, a quale la madre di Dario, a quale Platone, a quale Diogene? Vivi con il tuo schiavo con bontà, anche cortesemente, e lasciagli prendere parte sia alla conversazione, sia al consiglio, sia al tuo tavolo.

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