I semplici bagni degli antichi - Seneca versione latino

I semplici bagni degli antichi
Versione di latino di Seneca
LIBROLINGUA MAGISTRA 2 Pag. 262 n 344
TRADUZIONE

Io vidi la casa di campagna di Scipione costruita in pietra quadrata, un muro intorno al bosco, anche torri innalzate per la difesa della casa di campagna in entrambi i lati, una cisterna nascosta dagli edifici e i prati, un piccolo bagno angusto, buio per un'antica usanza: ai nostri antenati non sembrava caldo se non oscuro.


Un grande piacere si impadronì di me che contemplavo i costumi di Scipione e i nostri.
In questo luogo appartato c'è quel famoso "orrore di Cartagine" a cui Roma deve il fatto che è stata presa una sola volta, purificava il corpo stanco a causa del tanto lavoro agricolo.
Infatti lui stesso si dedicava al lavoro come fu costume per gli antichi egli stesso lavorava la terra.


Sotto questo tetto quello è stato sporco, questo cominciò su quel pavimento privo di valore: ma ora chi è quello che tollererebbe di lavarsi in queste condizioni? Sembrerebbe a se stesso povero e sporco, se le pareti non fossero ornate con grandi e preziosi specchi, se i marmi Alessandrini non fossero decorati da bassorilievi Numidi, se la coloritura, non è dato da ogni parte lavorato in modo artistico e come una pittura, se la camera non fosse nascosta da cristalli, se il marmo di teso, un tempo raro spettacolo in qualche tempio non circondasse la nostre piscine, nelle quali immergiamo i nostri corpi intrusi di sudore se i rubinetti argentei non diffondessero l'acqua.


In questo bagno di Scipione ci sono delle piccole fessure piuttosto che delle finestre, ricavate dal muro in pietra;
infatti agli antichi sembrava essere questo il dono delle finestre: far entrare la luce senza danno all'edificio.

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