Il pane quotidiano

Aliquis lapidem asperum aspero imposuit ad similitudinem dentium, quorum pars immobilis motum alterius expectat; deinde utriusque adtritu...

Qualcuno mise due ruvide pietre l'una sull'altra a similitudine dei denti, di cui una parte sta ferma e l'altra si muove;

poi con l'attrito delle due pietre spezzò i chicchi, e ripeté più volte l'operazione fino a ridurli triturati in farina; poi bagnò la farina, la impastò lavorandola a lungo e fece il pane, che all'inizio fu cotto al calore della cenere e in un vaso di argilla rovente, quindi nei forni inventati con il tempo e con altri sistemi a calore regolabile.

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