Cesare attraversa il Rubicone (Versione Svetonio)

Cesare attraversa il Rubicone
versione latino Svetonio

Consecutusque cohortes ad Rubiconem flumen, qui provinciae eius finis erat, paulum constitit, ac reputans quantum moliretur, conversus ad proximos:

" Etiam nunc ", inquit, "regredi possumus; quod si ponticulum transierimus, omnia armis agenda erunt ". Cunctanti (scil. Caesari) ostentum tale factum est. Quidam eximia magnitudine et forma in proximo sedens repente apparuit harundine canens; ad quem audiendum cum praeter pastores plurimi etiam ex stationibus milites concurrissent interque eos et aenatores, rapta ab uno tuba prosilivit ad flumen et ingenti spiritu classicum exorsus pertendit ad alteram ripam. Tunc Caesar " Eatur ", inquit, " quo deorum ostenta et inimicorum iniquitas vocat. Iacta alea est ".
Quando raggiunse le coorti presso il fiume Rubicone, che segnava il confine della sua provincia, Cesare si fermò per un po', e riflettendo su quanto stesse facendo rivolto ai più vicini disse: "Possiamo ancora tornare indietro; perché se attraverseremo il ponticello, tutto ciò che faremo dovrà esser fatto con le armi. Mentre esitava accadde tale prodigio.

Un uomo di straordinaria forma fisica e bellezza apparve all’improvviso seduto poco distante, mentre suonava il flauto: per ascoltarlo erano arrivati oltre i pastori anche moltissimi soldati dai posti di guardia e tra quelli anche dei trombettieri, e presa la tromba ad uno di questi si precipitò al fiume andò verso l’altra vira. Allora Cesare disse: "Andiamo dove ci chiamano i segnali degli dei e l'avversità dei nemici. Il dado è tratto. "
atque ita traiecto exercitu, adhibitis tribunis plebis, qui pulsi superuenerant, pro contione fidem militum flens ac ueste a pectore discissa inuocauit.

existimatur etiam equestres census pollicitus singulis; quod accidit opinione falsa. nam cum in adloquendo adhortandoque saepius digitum laeuae manus ostentans adfirmaret se ad satis faciendum omnibus, per quos dignitatem suam defensurus esset, anulum quoque aequo animo detracturum sibi, extrema contio, cui facilius erat uidere contionantem quam audire, pro dicto accepit, quod uisu suspicabatur; promissumque ius anulorum cum milibus quadringenis fama distulit.

Fatta passare così la sua armata, prese con sé i tribuni della plebe che, scacciati da Roma, gli si erano fatti incontro, si presentò davanti all'assemblea dei soldati e invocò la loro fedeltà con le lacrime agli occhi e la veste strappata sul petto.

Si crede perfino che abbia promesso a ciascuno il censo di cavaliere, ma si trattò di un equivoco.

Infatti, nel corso della sua arringa e delle sue esortazioni, egli mostrò molto spesso il dito della mano sinistra dicendo che di buon grado si sarebbe tolto anche l'anello per ricompensare tutti coloro che avessero contribuito alla difesa del suo onore. I soldati dell'ultima fila, per i quali era più facile vedere che sentire l'oratore, fraintesero le parole che credevano di interpretare attraverso i gesti e si sparse la voce che avesse promesso a ciascuno il diritto di portare l'anello e di possedere i quattrocentomila sesterzi.

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