Cesare concede ai medici il diritto di cittadinanza

Octoginta autem civium milibus in transmarinas colonias distributis, ut exhaustae quoque urbis frequentia suppeteret, .....  qua condicione quarta pars fere crediti deperibat.

Ripartiti ottantamila cittadini nelle colonie d'oltremare, cosicchè ci fosse un numero di abitanti sufficiente anche nella città estenuata, ordinò che nessun cittadino con più di venti anni o meno di sessanta, non potesse essere assente dall'Italia per più di tre anni consecutivi, a meno di obblighi militari, e che un figlio di senatore non partisse all'estero, se non collega o facente parte del seguito di un magistrato.

Donò la cittadinanza a coloro che facevano professione di medicina a Roma ed insegnavano arti liberali, perché loro stessi abitassero in città più volentieri e gli altri vi aspirassero. Quanto ai prestiti in denaro, delusa l'aspettativa di nuovi registri statali, frequentemente messa sul tappeto, alla fine stabilì che i debitori dessero soddisfazione ai creditori attraverso la valutazione dei possedimenti al prezzo a cui se li erano procacciati prima della guerra civile, deducendo dal totale dei loro debiti quanto fosse stato pagato o registrato a titolo di interesse. Con tale metodo spariva quasi un quarto del credito

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