La scoperta della congiura di Catilina (Versione Svetonio)

La scoperta della congiura di Catilina
Autore: Svetonio cotidie legere
cotidie legere n. 6 pag. 292

In ea coniuratione fuit etiam Q. Curius, natus haud obscuro loco, flagitiis atque facinoribus coopertus, quem censores senatu probri gratia moverant.

Huic homini non minor vanitas inerat quam audacia: neque reticere, quae audierat, neque suamet ipse scelera occultare, prorsus neque dicere neque facere quicquam pensi habebat. Erat ei cum Filvia, muliere nobili, stupri vetus consuetudo. Cui cum minus gratus esset, quia inopia minus largiri poterat, repente glorians maria montisque polliceri coepit et minari interdum ferro, ni sibi obnoxia foret, postremo ferocius agitare, quam solitus erat. At Fulvia insolentiae Curi causa cognita tale periculum re publicae haud occultum habuit, sed sublato auctore de Catilinae coniuratione, quae quoque modo audierat, compluribus narravit. Ea res in primis studia hominum accendit ad consulatum mandandum M. Tullio Ciceroni. Namquam antea pleraque nobilitas invidia aestuabat et quasi pollui consulatum credebant, si eum quamvis egregius homo novus adeptus foret.


Tra i congiurati v'era anche Q. Curio, di nobile nascita, ma coperto di vergogne e di delitti; i censori lo avevano radiato dal Senato per infamia. La leggerezza di quest'uomo non era minore dell'audacia; non sapeva tacere ciò che aveva udito, né occultare egli stesso i suoi propri delitti; in breve, non ponderava nulla di ciò che diceva o faceva. Aveva un antico legame carnale con una dama dell'aristocrazia, Fulvia; essendole divenuto meno gradito perché, trovandosi in ristrettezze, poteva essere con lei meno prodigo, fattosi improvvisamente vanaglorioso, cominciò a promettere mari e monti e talvolta a minacciarla di spada se non fosse stata arrendevole con lui; insomma la incalzava più brutalmente del solito.

Fulvia, appresa la causa dell'arroganza di Curio, non tenne certo segreto tale pericolo della repubblica, ma, senza citare la fonte, palesò a molti ciò che sapeva della congiura di Catilina, e il modo in cui l'aveva appreso. Tale causa soprattutto accese lo zelo della gente per eleggere al consolato M. Tullio Cicerone. Infatti fino ad allora la nobiltà nella sua maggioranza ribolliva di gelosia, e credeva che il consolato quasi s'insozzasse se lo avesse ottenuto un uomo nuovo, anche se egregio.

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