Segni premonitori della morte di Cesare

Segni premonitori della morte di Cesare
Svetonio Cotidie discere

Sed Caesari futura caedes evidentibus prodigiis denuntiata est. paucos ante menses, cum in colonia Capua deducti lege Iulia coloni ad...

Ma la morte imminente fu annunciata a Cesare da chiari prodigi. Pochi mesi prima, i coloni condotti a Capua, in virtù della legge Giulia, stavano demolendo antiche tombe per costruirvi sopra case di campagna.

Lavoravano con tanto ardore che scoprirono, esplorando le tombe, una gran quantità di vasi di antica fattura e in un sepolcro trovarono una tavoletta di bronzo nella quale si diceva che vi era sepolto Capi, il fondatore di Capua. La tavola recava la scritta in lingua e caratteri greci, il cui senso era questo: «Quando saranno scoperte le ossa di Capi, un discendente di Iulo morrà per mano di consanguinei e ben presto sarà vendicato da terribili disastri dell'Italia.

» Di questo episodio, perché qualcuno non lo consideri fantasioso o inventato, ha reso testimonianza Cornelio Balbo, intimo amico di Cesare. Negli ultimi giorni Cesare venne a sapere che le mandrie di cavalli che aveva consacrato, quando attraversò il Rubicone, al dio del fiume, e lasciava libere di correre, senza guardiano, si rifiutavano di nutrirsi e piangevano continuamente.

Per di più, mentre faceva un sacrificio, l'aruspice Spurinna lo ammonì di fare attenzione al pericolo che non si sarebbe protratto oltre le idi di marzo.

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Caesari futura caedes evidentibus prodigiis denuntiata est. Equorum greges, quos in traiciendo Rubiconi flumini consecrarat ac vagos et...

La morte imminente fu annunciata a Cesare da chiari prodigi. (Cesare) venne a sapere che le mandrie di cavalli che aveva consacrato, attraversando il Rubicone, al (dio del) fiume, e aveva lasciato libere di vagare senza guardiano, si rifiutavano con assoluta ostinazione di pascolare e piangevano a dirotto.

E mentre faceva un sacrificio, l'aruspice Spurinna (lo) ammonì di guardarsi dal pericolo, che non si sarebbe protratto oltre le Idi di marzo. In quella notte, poi, che precedette il giorno dell’assassinio, anche (Cesare) stesso sognò ora di volare al di sopra delle nubi, ora di stringere la mano di Giove; e la moglie Calpurnia sognò che crollava la sommità della casa e che il marito veniva ucciso nel suo grembo;

e all’improvviso le porte della camera da letto si aprirono da sole. A causa di questi (presagi), ed anche per il cattivo stato di salute, (Cesare), a lungo indeciso se restare in casa e differire (gli affari) che si era proposto di trattare davanti al Senato, alla fine, poiché Decimo Bruto (lo) esortava a non deludere i (senatori) accorsi in gran numero e che lo stavano aspettando ormai da un pezzo, verso la quinta ora s’incamminò, e quando gli fu consegnato da uno che gli era venuto incontro un biglietto che denunciava la congiura, (lo) mise insieme con gli altri biglietti3 che teneva nella mano sinistra, come se volesse leggerlo più tardi.

Dopo aver fatto quindi molti sacrifici, poiché non riusciva ad ottenere auspici favorevoli, entrò in curia incurante di ogni scrupolo religioso, deridendo Spurinna ed accusandolo di dire il falso, perché le Idi erano arrivate senza alcun danno per lui: Spurinna però gli rispose5 che erano arrivate, sì, ma non erano (ancora) passate.

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