La battaglia di Carre

Inizio: Cum deinde immanes res C. Caesar in Gallia ageret nec contentus Fine: felici rerum eventu fugaret ac funderet.

Conseguentemente quando Caio Giulio Cesare realizzava notevoli imprese in Gallia non soddisfatto delle numerose e favorevolissime vittorie, negli innumerevoli nemici uccisi e catturati, aveva trasferito l'esercito anche in Britannia, quasi a cercare un altro mondo per il nostro ed il suo impero, Cn. Pompeo e M. Crasso ottennero per la seconda volta la carica consolare. In virtù di una legge che Pompeo propose al popolo, fu prorogato a Cesare nello stesso periodo di tempo il governo della sua provincia.

A Crasso, che in cuor suo si preparava a combattere contro i Parti, fu assegnata la Siria. I tribuni della plebe vanamente cercarono di trattenere costui che era in partenza per la Siria con presagi funesti. Il re Orode, accerchiato con ingenti forze di cavalleria Crasso che, oltrepassato l'Eufrate andava in direzione di Seleucia, lo uccise con la meggior parte dell'esercito romano.

C. Cassio, recentemente autore di un deprecabilissimo delitto, allora questore, preservò i resti delle legioni e mantenne la Siria tanto saldamente in potere del popolo romano che, assistito dalle circostanze favorevoli, mise in fuga e sbaragliò i Parti passati in (quella) Siria.

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