Clemenza di Cesare e ferocia di Antonio (VERSIONE Velleio Patercolo)

Quot et quae fuerint Caii Cesaris merita enumerare longum est, nec facile eius clementiam pro merito laudare possum....

Quanti e quali siano stati i meriti di Caio Cesare sarebbe lungo elencare, né io posso lodare facilmente la sua clemenza come sarebbe giusto.

Tuttavia sia lecito riportare quel famoso esempio di clemenza che egli dimostrò, quando ormai aveva vinto tutti gli avversari in guerra e si era impadronito di tutte le cariche pubbliche e le onorificenze della repubblica. Allora gli sarebbe stato facile punire crudelmente quelli che gli erano stati d’ostacolo nella guerra civile, ma Cesare stimò più vantaggioso e più lodevole accordare il perdono della colpa a tutti i nemici ed eliminare il ricordo delle discordie civili con una perenne dimenticanza.

Perciò non solo concesse il ritorno in patria agli esuli, ma ricollocò al precedente rango e non diede retta agli amici che lo consigliavano di punire i maldicenti, ritenendo più opportuno accordare il perdono a tutti piuttosto che punire crudelmente alcuni.

Avesse Antonio, che si impossessò dopo di lui della Repubblica, seguito l’esempio di questo! Infatti noi ora non avremmo nessuna lista di proscrizione, ora Cicerone vivrebbe ancora, ora a tutti sarebbe concesso di godere di pace e di tranquillità!

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