La plebe rinuncia alla secessione (Versione latino Littera Litterae)

La plebe rinuncia alla seccessione versione di latino di Ampelio Littera Litterae 1 b pag. 86

Olim ingentes divitias patricii Romae possidebant, civitatem arroganter administrantes....

Traduzione

Una volta i patrizi di Roma possedevano ingenti ricchezze, mentre amministravano arrogantemente la città.

I lavori pesanti, invece, erano sostenuti dai plebei, poiché pagavano elevate tasse ed erano, dunque, poverissimi. Così la vita dei plebei era ardua e difficile. Per questo motivo, dopo aver stabilito di abbandonare la città, si ritirarono sul monte Sacro, e là edificarono piccoli accampamenti, così pensando: “Non semineremo i campi dei ricchi, le messi son saranno prodotte dai campi, i patrizi non avranno il pane e saranno in una condizione povera.

Noi, al contrario, semineremo qui il frumento e avremo il pane. Così le preghiere della plebe saranno ascoltate dai patrizi. ” Allora, dopo che i patrizi avevano mandato ambasciatori alla plebe, gli ambasciatori, pronunciando con voce supplichevole, riferirono le parole dei senatori ai plebei: “Ritornate in città!

I patrizi saranno giusti, condoneranno i vostri debiti, divideranno in eque parti il guadagno”. Allora i plebei abbandonano la temeraria decisione, ritornando a Roma. I patrizi rispettano le promesse e i cittadini romani recuperano la concordia.

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