La formica - versione greco ESOPO da gymnasion

La formica
VERSIONE DI GRECO di Esopo

Ό μυρμηξ πάλαι άνθρωπος ην, και την γεωργίαν έσπευδεν. Ουκ έβιότευε δε τωι-δίφ έργω και πόνοις, αλλά, ως κλώψ, τους των πλησίων καρπούς ύφηρεΐτο....

Un tempo, quella che oggi è la formica era un uomo che attendeva all’agricoltura e, non contento del frutto del proprio lavoro, guardava con invidia quello degli altri e continuava a rubare il raccolto dei vicini.

Sdegnato della sua avidità, Zeus lo trasformò in quell’insetto che chiamiamo formica; ma esso, mutata natura, non mutò costumi, perché anche oggi gira per i campi, raccoglie il grano e l’orzo altrui e li mette in serbo per sé.
La favola mostra che chi è cattivo di natura, anche se è gravemente punito, non muta costumi.

altra proposta di traduzione

La formica anticamente era un uomo, e si adoperava per l'agricoltura, non viveva però della propria opera e di fatiche, ma, come un ladro rubava i prodotti del vicino.

Perciò Zeus si indisna a punisce il ladro per l'aspirazione ad avere di più e lo trasforma in un piccolo animaletto, che è chiamato formica, interamente uguale a un brutto verme.

La formica quindi cambiava aspetto, non cambiava però l'abitudine e le maniere: ancora, anche oggi, infatti gira per i campi, raccoglie il frumento degli altri e l'orzo e vive servendosi delle fatiche altrui. La favola insegna che i maligni, anche se vengono puniti, non cambiano le maniere.

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