La scrofa e la cagna che si insultavano a vicenda
Σῦς καὶ κύων ἀλλήλαις διελοιδοροῦντο. Καὶ ἡ μὲν σῦς ὤμνυε κατὰ τῆς Ἀφροδίτης ἦ μὴν τοῖς ὀδοῦσιν ἀναῤῥήξειν τὴν κύνα....
La scrofa e la cagna si insultavano a vicenda. La scrofa prese a giurare che lei - per Afrodite!
- avrebbe sbranato la cagna E la cagna, beffarda, le disse: "So, fai bene a giurarmelo su Afrodite, perché tutti sanno che la dea ti vuole un gran bene.
Quelli che hanno assaggiata la tua sporca carne non permette nemmeno che entrino nel suo tempio!" "Ma questa", disse l'altra, "è una prova lampante dell'affetto che la dea nutre per me, perché‚ essa respinge chiunque mi uccida o mi faccia in qualche modo del male.
Quanto a te, poi, tu puzzi da viva e puzzi da morta". La favola mostra come un abile oratore possa accortamente convertire in elogi gli insulti ricevuti dai nemici.
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