Lo scarabeo e l'aquila - versione greco Esopo

Lo scarabeo e l'aquila versione greco Esopo
Da vari libri

Ἁετὸς λαγὼν ἐδίωκεν• ὁ δὲ κάνθαρον ὁρᾷ καί ἱκετεύει σῴζεσθαι. Ὁ δὲ κάνθαπος παραθαρσύνει τὸν λαγὼν καί, ὅτε ὁ ἀετὸς ἐγγὺς γίγνεται, λέγει•...

Un’aquila inseguiva una lepre; quella vede uno scarabeo e prega di salvare. Lo scarabeo incoraggia la lepre e, poiché l’aquila viene vicino, dice: “ Non uccidere la supplice”. Ma l’aquila divora la lepre davanti gli occhi dello scarabeo.

Egli da quel momento sorveglia continuamente i nidi dell’aquila e, se talora l’aquila procrea, si alza in volo e rotola le uova e rompe.

Per questo, come dicono, da quel tempo, le aquile non nidificano, perché gli scarabei si presentano.

Altra versione dal libro askesis

Ἀετὸς λαγωὸν ἐδίωκεν. ὁ δὲ ἐν ἐρημίᾳ τῶν βοηθησόντων ὑπάρχων, ὅν μόνον ὁ καιρὸς παρέσχε, κάνθαρον ἰδών, τοῦτον ἱκέτευεν....

Un’aquila inseguiva una lepre, la quale in mancanza d’altri protettori rivolse le sue suppliche al solo essere che il caso le pose sott’occhio: uno scarabeo.

Questo le fece animo e, quando vide avvicinarsi l’aquila, cominciò a pregarla di non portargli via la sua protetta. Ma quella, piena di disprezzo per il minuscolo insetto, si divorò la lepre sotto i suoi occhi. Da allora lo scarabeo, tenace nel suo rancore, non perdette più di vista i nidi dell’aquila: appena essa deponeva le uova, saliva su a volo, le faceva rotolare e le rompeva; fino al giorno in cui, cacciata da ogni parte, (l’aquila che è l’uccello sacro a Zeus), si rifugiò presso dì lui e lo scongiurò di trovarle un luogo sicuro per covare.

Zeus le concedette di deporre le uova nel suo proprio grembo. Ma quando lo Scarabeo se ne avvide, fece una pallottola di sterco, si levò a volo e, giunto sopra il grembo del dio, ve la lasciò cadere.

Zeus, per scuotersi di dosso lo sterco, si alzò e, senz’avvedersene, gettò a terra le Uova. Da allora, dicono che nella stagione in cui compaiono gli scarabei, le aquile non covano. Questa favola insegna a non disprezzare nessuno, perché nessuno è tanto debole che, offeso, non sia in grado un giorno di vendicarsi.

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