Notizie sulla Sicilia (Versione latino Giustino)

Notizie sulla Sicilia Versione latino Giustino
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Mithridates, rex Parthorum, post bellum Armeniae propter crudelitatem a senatu Parthico regno pellitur....

Mitridate, re dei Parti, dopo la guerra dell'Armenia, a causa della sua crudeltà fu bandito dal regno da parte del senato Partico.

Il fratello di lui Orode, avendo occupato il regno vacante, occupò Babilonia a lungo, dove Mitridate si era rifugiato, costrinse alla resa gli abitanti della città presi per la fame. Mitridate, d'altra parte, avendo fiducia nella parentela, si consegnò nelle mani di Orode.

Ma Orode giudicandolo più un nemico che un fratello, ordinò che fosse trucidato sotto i suoi occhi. Dopo questi avvenimenti, Orode combattè contro i romani e sconfisse il comandante supremo Crasso con il figlio e tutto l'esercito romano. Suo figlio Pacoro, inviato a continuare la guerra contro i romani, poiché era sospettato dal comandante fu richiamato in Siria e in sua assenza l'esercito dei Parti che era stato lasciato in Siria fu massacrato con tutti i suoi comandanti da Cassio questore di Crasso.

traduzione dal libro munera

Siciliae primo Trinacriae nomen fuit, postea Sicania cognominata est. Haec a principio patria Cyclopum fuit, quibus exstinctis Cocalus regnum insulae occupavit....

Dapprincipio il nome della Sicilia fu Trinacria, in seguito fu soprannominata Sicania. Questa fu dal principio patria dei Ciclopi, estinti i quali Cocalo occupò il regno dell'isola.

Dopo di lui le singole città caddero sotto il dominio dei tiranni, dei quali nessuna terra fu più feconda. Uno di costoro, Anassilao, combatteva con giustizia contro la crudeltà di tutti gli altri, ma ottenne un frutto tutt’altro che trascurabile di quella moderazione;

infatti morendo avendo lasciato i figli piccolini e avendo affidato la loro tutela a Micalo, schiavo di provata fedeltà, tanto amore della sua memoria fu presso tutti, che preferirono obbedire ad uno schiavo che abbandonare i figli del re; e i maggiorenti della città, dimèntichi della loro carica, tollerarono che la maestà del regno venisse amministrata attraverso un servo.

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