Un'aggressione notturna
Ellenisti 2 pagina 274 numero 4
Ελθων επι την οικιαν την εμην νυκτωρ μεθυων, εκκοψας τας θυρας εισηλθεν εις την γυναικωνιτιν ..... παῥεμε ηλθε μετ' αυτου, βαλων λιθω συντριβει το μετωπον
Arrivato alla mia casa di notte ubriaco, abbattute le porte, entrò nella parte riservata alle donne quando all'interno c'erano mia sorella e due nipoti che vivevano in una maniera così accostumata dal vergognarsi di essere viste anche dagli abitanti della casa.
.Costui dunque arrivò a tal punto di arroganza che non volle andarsene prima che coloro che erano intervenuti e quelli che erano arrivati con lui, lo portassero via con la forza, reputando eccessivo il suo comportamento verso ragazze giovani e orfane. E fu tanto lontano dal pentirsi delle violenze commesse che, trovando il luogo in cui mangiavamo, faceva una cosa molto sconveniente ed incredibile, se nessuno sapesse quanto è pazzo.
8.Avendo infatti chiamatomi da dentro verso l’esterno, non appena sono uscito, subito tentò di colpire: siccome mi difendevo, mi lanciò una pietra come impazzito/fattosi in là; ma mi mancò, e poiché con la pietra colpi Aristocrito, che era andato con lui a casa mia, gli sfracellò la fronte. Quanto a me, benché ritenevo di subire cose inaccettabili, poiché mi vergognavo di quello che mi capitava), cosa che appunto ho detto anche prima, ho rinunciato, e preferivo non prendere misure legali piuttosto che sembrare di essere sciocco agli occhi dei cittadini, sapendo che queste azioni sarebbero state adatte alla malvagità di costui, mentre molti fra quelli abituati ad odiare, se qualcuno desidera essere onesto, avrebbero riso di me, poiché ho subito queste cose.