La bellezza di Calliroe e Cherea - Greco italiano Pagina 52 numero 2

Caritone libro "Greco Italiano" Pagina 52 numero 2

Ἑρμοκράτης ὁ Συρακοσίων στρατηγός, οὗτος ὁ νικήσας Ἀθηναίους, εἶχε θυγατέρα Καλλιρόην τοὔνομα, θαυμαστόν τι χρῆμα παρθένου καὶ ἄγαλμα τῆς ὅλης Σικελίας....

TRADUZIONE LIBERA ELEGANTE

Ermocrate, stratego dei Siracusani, colui che vinse gli Ateniesi, aveva una figlia di nome Calliroe, una meraviglia di ragazza, vanto di tutta la Sicilia.

Era la sua bellezza non umana, ma divina, e non era la bellezza di una Nereide o di una Ninfa dei monti, ma di Afrodite Vergine in persona. La fama di quello spettacolo straordinario si diffondeva ovunque e pretendenti si precipitavano a Siracusa, principi e figli di tiranni, non solo dalla Sicilia, ma anche dall'Italia e in particolare dall'Epiro e dai paesi del continente. Eros desiderava unire in matrimonio una coppia speciale. Cherea era un giovane bello, era superiore a tutti, era come scultori e pittori raffigurano Achille, Nireo, Ippolito e Alcibiade; e il padre Aristone occupava il secondo rango a Siracusa dopo Ermocrate.

C'era tra loro un'invidia politica tale che si sarebbero uniti in matrimonio con tutti piuttosto che fra di loro. . Ma Eros ama la rivalità e gode delle belle imprese paradossali: si mise dunque alla ricerca di un'occasione come questa. Si celebrava la festa pubblica di Afrodite e quasi tutte le donne si recarono al suo tempio. Calliroe, che non era fino ad allora uscita di casa, ve la conduceva la madre: era stato il padre che V aveva esortata ad andare ad adorare la dea. In quel mentre Cherea se ne andava a casa di ritorno dagli esercizi ginnici, splendente come una stella: fioriva sulla chiarezza del volto il rossore della palestra come Toro sull'argento.

. Per caso a una curva troppo stretta si incontrarono urtandosi l'uno con l'altra: un dio aveva guidato quella congiunzione, affinché l'uno fosse visto dall'altra. Si scambiarono subito la passione d'amore, poiché la bellezza va insieme con la nobiltà di stirpe.

TRADUZIONE LETTERALE

Il comandante dei Siracusani Ermocrate, colui che aveva vinto gli Ateniesi, aveva una figlia di nome Calliroe.

Infatti non era una bellezza umana, ma divina, e non di una Nereide o di una ninfa dei monti, ma della stessa Afrodite Vergine. La fama del meraviglioso spettacolo si diffondeva dappertutto e i pretendenti si precipitavano a Siracusa, principi e anche figli dei tiranni, non solo dalla Sicilia, ma anche dall'Italia e dall'Epiro.

La festa di Afrodite veniva celebrata a spese pubbliche, a quasi tutte le donne si recarono al tempio. Allora la madre portò fuori Calliroe, poiché il padre aveva ordinati che andasse a venerare la dea. In quel momento Cherea tornava a casa dagli esercizi di ginnastica, un ragazzo bellissimo, al di sopra di tutti, il cui padre Aristone occupava il secondo rango a Siracusa dopo Ermocrate.

Così per caso, presso una curva troppo stretta, si incontrarono urtandosi a vicenda, poiché un dio aveva guidato questa congiunzione affinché l'uno fosse visto dall'altra. In un attimo si scambiarono così la passione d'amore, poiché la bellezza va insieme con la nobiltà di stirpe.

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