Eco e Narciso (Versione latino Igino)

Eco e Narciso versione latino Igino

Echo venustissima silvarum nympha erat; ideo pulchritudine sua Iunonis invidiam sibi conflavit, Iovis uxoris, quae linguam ei torpore affecit....

Eco era una ninfa dei boschi molto bella e molto loquace; per questa ragione, era stata in odio a Giunone, la consorte di Giove che le intorpidì la lingua.

In realtà, Eco non era né sorda né muta, ma - qualora avesse udito una parola - ne pronunziava solo l'ultima sillaba.

A causa di ciò, Narciso - che la fanciulla amava - la respinse. Al che, la ninfa si si rifugiò in una grotta, dove il dolore la consumò: le sue ossa si mutarono in pietre, e (di lei) rimase solo la voce. Ma gli dei punirono anche Narciso: il bel giovinetto amò solo la propria immagine, e - ogni giorno di più - specchiava il proprio volto nell'acqua di una fonte.

Una volta, desideroso di afferrare la propria immagine, scivolò in acqua e si trasformò in fiore.

Copyright © 2007-2024 SkuolaSprint.it di Anna Maria Di Leo P.I.11973461004 | Tutti i diritti riservati - Vietata ogni riproduzione, anche parziale
web-site powered by many open source software and original software by Jan Janikowski 2010-2024 ©.
All trademarks, components, sourcecode and copyrights are owned by their respective owners.

release check: 2024-03-31 09:47:34 - flow version _RPTC_G1.3