II Il leone malato, la volpe e l'orso

Leo aeger, vulpis et ursus. Aegrum fama fuit quondam iacuisse leonem paeneque supremos iam tenuisse dies....

Si diffuse che un leone una volta giaceva malato e a stento sosteneva (viveva) ormai gli ultimi giorni.

Mentre questa diceria molto funesta si propagava tra tutte le fiere, che il re proprio il loro sopportava (dolori) insostenibili, accorsero tutte piangendo e chiamando i medici, per non essere manchevoli del supporto tanto importante del principe. Erano presenti in quel luogo i bufali, anche i bisonti di enorme corporatura, era presente un feroce toro, e c'erano i buoi, ed un leopardo di diversi colori e allo stesso modo un cervo, qui un destriero allo stesso modo quell'andirivieni del seguito. Non mancavano tra questi i cervi che mostravano le corna, ed insieme i caprioli, ed il gregge di capre; qui c'era un cinghiale dai denti splendenti, ed un feroce orso con le unghie affilate, qui (c'erano una lepre ed un lupo. Giunsero là le linci, confluirono lì quelli con due denti, e si unirono i cani ed insieme i cuccioli. Tuttavia una sola volpe non era presente tra questa moltitudine, non era stata infatti giudicata degna di visitare il proprio signore. Allora si narra che l'orso emise queste parole dinanzi agli altri e rinnovò per la seconda volta queste minacce così: "O grande re, potente, principe invincibile delle fiere, sostieni queste parole con le tue orecchie tranquille, e che ascolti tutta questa coorte, che assoggettata al tuo grande potere, o re giusto, è ammessa (ritenuta degna). Quale stravaganza fu per la volpe tanto funesta o per meglio dire quale ira ebbe il potere che una fiera tanto piccola subisse a tal punto che effettivamente questa sola in verità non volle accostarsi a questo re, che tutta la plebe essendosi sottomessa visitò?

Effettivamente questa petulanza della mente della volpe è grande, e quella si confà subdolamente alle enormi disgrazie. ” Mentre l’orso proferiva tali parole, il re disse a tutti: “che cada ormai quella destinata a morire presto perché dilaniata!” Allora tutta la plebe sollevò contemporaneamente le grida al cielo: “questo giudizio del principe è giusto ed onesto!” Questo venne reso noto alla volpe, che si appigliò a moltissime cose, e la stessa preparò a lungo i noti inganni: ricercò molti indumenti lacerati di fanteria e dopo esserseli messi sulle spalle si diresse verso l’accampamento regale. Il re per tutto il tempo che la vide, rise con il cuore ben disposto, ed attese a lungo cosa la malefica desiderasse. E stando al cospetto dei condottieri, il re precedente disse così: “tu che stai per morire che giungi per essere dilaniata cosa addurrai?” Quella trepidando a lungo, ed agitando nell’animo timoroso queste cose subite riferì in fretta i pensieri: “pio re, re clemente, nostro re veramente invincibile, accetta ora con il cuore le parole che io ti riferisco. Mentre in verità percorrevo in mezzo a tutti le vie del mondo, ho lacerato quest’indumenti per la passione del medico, che potrebbe offrire aiuto alla grave malattia del principe, e togliere ai tuoi la grande tristezza. Alla fine trovai a stento un medico singolare, ma ho paura, re, di dirti quelle cose che insegnò.

” Anche il re disse: “se riporti cose vere, dolcissima volpe, dimmi, al più presto cosa abbia detto questo medico. ” La volpe disonesta ponendo attenzione (non immemore) nei confronti delle parole dell’orso disse: sostieni più cautamente queste parole della tua schiava. Se posso ricoprirti con la schiena (pelle della schiena) di orso, senza indugio, svanirà la fiacchezza e la vita ritornerà sana. ” Immediatamente dopo per ordine del signore l’orso si distese e fu strappata l’acute dai propri compagni. Avendo in qualche modo manifestato con gesti di coprire il leone con la pelle, quel languido dolore interno sparì. Ma quando poi la volpe aveva visto l’orso così senza niente addosso (nudo nel corpo), pronunciò con lieti sentimenti queste parole: “chi dispose, padre orso, di portare questo turbante sul capo, e chi dispose queste maniche per le vostre mani?” Ecco il tuo schiavetto ti ricava questi versi. Questa favola, che serve a ricercare, potrebbe contare qualcosa. (By Maria D. )

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