Il metodo di lavoro dello zio Plinio il Vecchio (Versione latino Plinio il Vecchio)

Il metodo di lavoro dello zio Plinio il Vecchio
versione di latino di Plinio il Vecchio

Avuncolo mio erat (Plinio) acre ingenium, incredibile studium, summa vigilantia. Erat sane somni paratissimi ita ut somnus ipse non numquam etiam inter ipsa studia eum instaret et desereret.

Qui cum ante lucem ad Vespasianum imperatorem venisset (nam ille quoque opus continuabat diem noctemque), inde suo officio se dabat totum diem. Post cibum saepe (quem interdiu levem et facilem veterum more sumebat) aestate, si quid otii esset, liber ei legebatur, adnotabat excerpebatque. Nihil enim legebat quod non excerperet; quibusdam enim amicis, quidnam esset pulchri in libri quaerentibus, dicere solebat nullum esse librum tam malum ut non aliqua parte prodesset. Post solem plerumquefrigida lavabatur aqua, deinde gustabat dormiebatque minimum; mox, quasi alius esset dies, studebat in tempus cenae. Super hanc liber legebatur, adnotabatur, et quidem cursim
C'era in mio zio (Plinio) un'acuta intelligenza, una straordinaria diligenza, una superiore resistenza al sonno.

Era in verità di sonno molto pronto anche mentre stava facendo altro tanto che il sonno stesso talvolta lo coglieva e lo lasciava durante gli stessi studi. Egli dopo esser andato dall'imperatore Vespasiano prima dell'alba (infatti anche quello continuava il lavoro giorno e notte) poi si dedicava al suo lavoro per tutto il giorno. Spesso dopo uno spuntino (che di giorno prendeva leggero e veloce secondo il costume degli antichi) in estate, se c'era del tempo libero, gli veniva letto un libro, ) faceva annotazioni ed estratti. In realtà non leggeva nulla, che non riassumesse; infatti a certi amici, che volevano sapere cosa mai ci fosse di bello nei libri (libris?), soleva dire che nessun libro è tanto scadente che non sia utile per qualche aspetto.

Alla fine del giorno per lo più si lavava con acqua fredda, indi mangiava un boccone e dormiva pochissimo; poi, come se fosse un nuovo giorno, studiava fino al momento del pranzo (della sera). Durante la cena veniva letto un libro, veniva annotato, e naturalmente alla svelta. E allora? Pensiamo forse che sia meglio diventare ottusi per l'inattività e la pigrizia che leggere dappertutto con grande impegno?

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